La mostra, che si inserisce nel progetto di riscoperta di alcune raccolte archeologiche conservate nei depositi del Museo, espone 118 terrecotte votive provenienti dalla città etrusca di Veio, "ex voto" che rappresentano principalmente figure di devoti, statue, busti e volti di adulti e bambini ma anche parti anatomiche, membra e organi, utilizzati nell'antichità, come oggi, per ottenere una grazia o ringraziare per averla ricevuta, oltre ad alcune raffigurazioni di animali con le quali si chiedeva la prosperità del bestiame domestico.
L'esposizione si conclude con la messa in scena dei volti degli offerenti, i devoti Etruschi, rappresentati da oltre cinquanta teste che circondano una grande statua, e osservano il visitatore da un pannello incorniciato nel calco del portale dell'abbazia di Nonantola, quasi a evocare un luogo denso di spiritualità e nello stesso tempo la funzione di accoglienza di ex-voto che le chiese tuttora esercitano. Il video mapping che accompagna l'installazione fa rivivere le teste in terracotta illuminandole con i colori originali individuati grazie alle analisi e conferisce all'insieme dei volti l'aspetto che dovevano avere all'epoca della deposizione. La suggestione è rafforzata da un'installazione sonora che richiama le dediche rivolte alle divinità in lingua etrusca e latina.
In mostra anche un video (realizzato tra il Parco archeologico di Veio e il Museo Etru di Villa Giulia) che dà conto del contesto da cui provengono i reperti. La mostra nasce dalla possibilità di ristudiare l'intera collezione modenese grazie alla collaborazione con l'Università La Sapienza di Roma nell'ambito di un più ampio progetto di ricerca che, coniugando discipline scientifiche e umanistiche, consente di riscoprire le raccolte ottocentesche del Museo sia sotto il profilo archeologico e storico-collezionistico, che della diagnostica eseguita con le più moderne tecnologie. (ANSAmed).