PALERMO - A partire dall'esperienza siciliana si pensa a un modello condiviso per la promozione dei beni culturali nel Mediterraneo. Il modello di riferimento è quello delle Vie dei Tesori, un festival, siuopportato da un'omonima fondazione, incentrato sulla riscoperta di tanti siti chiusi al pubblico o poco noti. Proprio la fondazione delle Vie dei Tesori, in collaborazione con l'Università di Palermo, ha organizzato un forum, che è cominciato oggi e si concluderà domani, per uno scambio di esperienze e di "buone pratiche". A palazzo Steri si confrontano gli operatori di diverse regioni italiane e di sette paesi del Mediterraneo: Albania, Algeria, Egitto, Giordania, Libano, Autorità Palestinese e Turchia.
"Ci apriamo al Mediterraneo - dice Laura Anello delle Vie dei tesori - per confrontarci con altre esperienze simili alla nostra. E per questa via cerchiamo di definire un sistema di valorizzazione del patrimonio culturale che interpreti le vocazioni territoriali".
A Palermo si sono ritrovate realtà nate dal basso, associazioni non governative e non profit, espressione di valori identitari. Questo primo meeting propone uno sguardo proiettato al futuro. E non a caso sono stati chiamati a parlare delle loro esperienze esperti di promozione digitale, manager culturali e perfino pedagogisti. L'obiettivo primario è il coinvolgimento di un pubblico giovane attraverso l'uso delle tecnologie e di nuovi linguaggi.
Il forum si concluderà domani, 22 ottobre, con l'elaborazione di una "Carta di Palermo" nella quale saranno definite le linee strategiche di un'opera diffusa di valorizzazione del patrimonio culturale nel Mediterraneo.