"Le guerre - ricorda la lettera - sono un olocausto di vite umane e non umane, uno spreco di beni e di risorse pubbliche, un aggravamento delle condizioni ambientali. La presenza di centrali nucleari costituisce di per sé un pericolo". La guerra stessa, sostiene la Convenzione, "è l'esito di un sistema ossessionato dalla crescita economica che spinge alla competizione e all'accaparramento della risorse e dei mercati.
La imprese coinvolte nel mercato della produzione di armamenti si stanno arricchendo, sottraendo risorse all'economia civile.
L'economia di guerra diventa la continuazione dell'economia di mercato. Per far vincere la Pace occorre far leva sulle risorse culturali, sull'ethos democratico, sulla volontà di giustizia che animano le persone e che persistono anche quando vengono oppresse ", perché "la pace - prosegue la Convenzione - va preservata attraverso il negoziato, non ricercando impossibili vittorie totali".
Nella nota sulla lettera si ricorda anche che quasi tutti i Paesi Mediterranei sono attualmente coinvolti in conflitti armati o vicini ad esserlo. Conflitti che, alimentati anche dalle ingerenze esterne, fanno del Mediterraneo la zona nel mondo con il maggior numero di guerre in corso. (ANSA).