La mostra è dedicata a uno dei momenti più fecondi e meno conosciuti della civiltà artistica napoletana: il trentennio (1503-1532 circa) che politicamente vide l'estinguersi della dinastia aragonese, con il passaggio del Regno di Napoli sotto il dominio della Corona di Spagna. Sotto il profilo culturale, fu il raggiungimento dell'apice della sua grande stagione umanistica, con il passaggio di consegne da Giovan Gioviano Pontano a Iacopo Sannazaro. Le novità artistiche elaborate in quegli anni da Leonardo, Michelangelo e Raffaello furono recepite e reinterpretate in modo originale in una Napoli molto viva nello sviluppo culturale, nuova cinghia di trasmissione della cultura rinascimentale tra le due sponde del Mediterraneo.
La mostra propone un'ampia rassegna di opere eseguite da principali artisti spagnoli attivi in quegli anni a Napoli, quali Pedro Fernández, Bartolomé Ordóñez, Diego de Siloe, Pedro Machuca, Alonso Berruguete, che sprigionarono una straordinaria originalità inventiva nel confronto con le opere eseguite dai massimi protagonisti del Rinascimento italiano. Gli spagnoli divennero i protagonisti dell'eccezionale stagione artistica della Napoli di primo Cinquecento, sostenuta dal mecenatismo degli Ordini religiosi e dell'aristocrazia per opere di ambiziosa magnificenza, spesso realizzate con durevole marmo di Carrara. Tornati in patria, gli spagnoli si fecero ambasciatori di una particolare declinazione della cultura figurativa dell'alto Rinascimento, sostenuta da inventiva e capacità tecniche straordinarie.
La mostra è realizzata in collaborazione con l'Ambasciata di Spagna in Italia e l'Ambasciata italiana a Madrid, con il Ministero dell'Interno-FEC Fondo edifici di culto e la Curia di Napoli.(ANSAmed).