L'incremento annunciato è di circa il 10% e si inquadra nel tentativo del Cairo di tagliare i sussidi e di alleviare la crisi del cambio che lo ha costretto a rivolgersi al Fmi e agli Stati del Golfo per ottenere finanziamenti.
Anche dopo questo aumento ampiamente previsto, l'Egitto resta uno dei Paesi dove è più conveniente fare il pieno ma il rialzo rappresenta un colpo per milioni di egiziani che già patiscono un'inflazione al 26%, ai massimi degli ultimi cinque anni.
Il Ministero del Petrolio ha aumentato il prezzo della benzina a 80 ottani - il tipo più economico - da 8 a 8,75 sterline egiziane (appena 0,27 centesimi di euro, a fronte però di un salario minimo di soltanto 2.700 sterline, 83 euro scarsi). Gli altri tipi di carburante aumenteranno di un importo simile, mentre il diesel è stato mantenuto invariato a 7,25 sterline al litro.
Anche l'economia egiziana, potenza da 400 miliardi di dollari l'anno, è entrata in crisi quando l'anno scorso l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha provocato un'impennata del costo delle importazioni di grano e carburante. Il greggio del Brent ha raggiunto una media di quasi 100 dollari al barile nel 2022, il livello più alto degli ultimi otto anni.
Sempre su richiesta del Fmi, le autorità egiziane hanno dovuto svalutare la sterlina tre volte nell'ultimo anno, facendole perdere quasi la metà del suo valore rispetto al dollaro in 12 mesi, con ripercussioni soprattutto sul ceto medio, quello che finora aveva accesso a beni importati attraverso l'uso di valuta pregiata (dai telefonini alla mozzarella di bufala).
A dicembre il Fondo ha approvato un prestito di 3 miliardi di dollari all'Egitto, la cui erogazione completa però è subordinata alle riforme: l'intesa, che proprio questo mese viene sottoposta ad una revisione, prevede fra l'altro che il governo continui a tenere i prezzi del carburante in linea con le variazioni di quelli globali del petrolio. L'impatto delle misura viene stimato in un altro 0,2-0,3% di inflazione, e non di più dato, che il prezzo del diesel non è stato ritoccato di nuovo dopo l'aumento del luglio scorso. La sovvenzione per calmierarne il prezzo costa all'erario egiziano l'equivalente di 1,68 miliardi di euro l'anno: una delle tante storture dell'economia egiziana che il Fmi vuole veder rimuovere facendo leva sui suoi miliardi. (ANSAmed).