I lavori alla moschea Al Hakim bi Amr Allah erano iniziati nel 2017 e hanno incluso la riparazione dei danni causati da infiltrazioni d'acqua e dall'allargarsi di crepe nei muri, come ha riferito il generale di brigata Hisham Samir, funzionario del ministero del Turismo e delle Antichità, intervenendo alla cerimonia di riapertura avvenuta lunedì sera.
Le strutture in legno, tra cui le porte della moschea, il pulpito e le tipiche piastrelle decorative in legno che rivestono la base dei soffitti sono state rinforzate, precisa il sito The national.
Anche gli ornamentali lampadari della moschea, uno dei siti fatimidi più importanti del Cairo, sono stati restaurati. Sono state installate telecamere di sicurezza e un cablaggio elettrico più efficiente per servire sia le aree interne che il grande cortile per cui la moschea è famosa.
Inoltre sono stati effettuati complessi restauri alle facciate e ai pavimenti in marmo, ha precisato il generale riferendosi ai lavori cofinanziati dalla comunità Bohra, il ramo indiano-occidentale della Musta'li, una setta della corrente ismailita dell'Islam sciita. L'ismailismo ha avuto origine proprio in Egitto e in seguito ha spostato il suo centro religioso nello Yemen, prima di prendere piede in India grazie a missionari dell'XI secolo, ricorda il sito del quotidiano pubblicato negli Emirati arabi uniti. In Egitto, a maggioranza sunnita, sono rimasti solo pochi sciiti.
I lavori di restauro sono stati condotti nell'ambito di un piano su larga scala del Ministero del Turismo e delle Antichità per incrementare il turismo nei siti islamici del Cairo. Anche la vicina moschea di Al Hussein, via Al Ashraf Street e i siti che secondo la tradizione furono visitati dalla Sacra Famiglia fuggendo in Egitto dalla Palestina di Erode sono stati restaurati nell'ambito dello stesso piano, ha ricordato dal canto suo il governatore del Cairo, Khaled Abdel Aal, durante la cerimonia.
Il governo egiziano vuole infatti rendere i siti islamici del quartiere medievale del Cairo più accessibili ai turisti e residenti di alcune zone dell'area sono stati trasferiti per fare spazio ai progetti infrastrutturali.
Migliaia di tombe nella zona sono state demolite per far posto a strade e cavalcavia che, secondo le autorità, sono necessari per consentire ai visitatori di accedere più facilmente ai siti islamici, copti ed ebraici.
I fondi per la ristrutturazione, di importo non rivelato, sono stati forniti in parte da Mufaddal Saif Al Din, il sultano della setta indiana dei Bohra, che ad aprile è stato ricevuto al Cairo dal presidente Abdel Fattah al-Sisi per l'inaugurazione della moschea di Al Hussein dopo la sua ristrutturazione. Emesso per quell'occasione, un comunicato presidenziale aveva lodato le relazioni tra l'Egitto e il popolo Bohra e ringraziato il Sultano per i suoi "notevoli sforzi per il restauro di molte moschee storiche egiziane". (ANSAmed).