Saïed, come si legge in una nota del Palazzo di Cartagine, ha sottolineato che la Tunisia "può solo presidiare i propri confini", affermando che esistono reti di traffico di esseri umani in Paesi su entrambe le sponde del Mediterraneo coinvolte in questo fenomeno.
Sulla stessa linea, il presidente tunisino ha ribadito che "la Tunisia rifiuta di essere un luogo di transito o di insediamento per i migranti". Ed ha anche chiarito la sua posizione rispetto alle soluzioni proposte dal Fondo monetario internazionale (Fmi), rilevando che i diktat sono inaccettabili, tanto più che la loro applicazione, come avvenne nel 1984 in Tunisia (rivolta del pane ndr), minaccia la pace sociale.
Il colloquio telefonico, prosegue la nota, è stato anche l'occasione per sottolineare la necessità di una cooperazione nel campo delle energie rinnovabili. In questo contesto, Saïed ha affermato che la Tunisia ha enormi opportunità di progetti, dato il suo clima favorevole alla produzione di energie alternative e rinnovabili. (ANSAmed).