Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Corte Strasburgo, Turchia viola diritto delle donne a risposarsi

Legge impone test medico che dimostri di non essere incinta

27 giugno, 12:23

(ANSAmed) - STRASBURGO, 27 GIU - La Turchia viola i diritti delle donne con una "legge discriminatoria e ingiustificata che prescrive un periodo di attesa per quelle divorziate che desiderano risposarsi". Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani in una sentenza in cui condanna Ankara per aver violato il diritto al rispetto della vita privata e familiare e quello a non essere discriminata di una cittadina turca.

In base all'articolo 132 del codice civile turco le donne divorziate devono osservare un periodo di attesa di 300 giorni prima di risposarsi - con una persona diversa dall'ex marito - a meno che non dimostrino di non essere incinte sottoponendosi a una visita medica. Il periodo di attesa comincia dal giorno in cui è pronunciato il divorzio. Il governo turco sostiene che la legge è necessaria per garantire che un eventuale bambino sia riconosciuto come figlio dell'ex marito.

Ma la Corte di Strasburgo sostiene che la normativa è obsoleta dato che oggi esistono i test di paternità e altre vie legali per determinarla. Inoltre i togati della Cedu evidenziano che "il periodo di attesa inizia solo a partire dalla data in cui la decisione di divorzio diventava definitiva, mentre, nella maggior parte dei casi, i coniugi non vivono più insieme dall'inizio del divorzio, che a volte può durare anni". Nella sentenza si sottolinea anche che "subordinare la possibilità di una donna divorziata di risposarsi, senza rispettare il periodo di attesa, alla produzione di certificato medico che attesti che non è incinta equivale a violare la sua intimità e a porre la sua vita privata, compresa quella sessuale, sotto il controllo delle autorità". (ANSAmed).

© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati