Ieri la televisione pubblica israeliana Kan ha riferito che - in reazione alle nuove disposizioni ordinate da ben Gvir - i palestinesi reclusi per reati di intifada hanno anche preannunciato uno sciopero della fame ad oltranza che dovrebbe coincidere col mese di digiuno islamico del Ramadan, alla fine di marzo. Il giro di vite ordinato da Ben Gvir è seguito alle espressioni di giubilo fra quei detenuti in occasione dell'attentato di Gerusalemme in cui, il mese scorso, sette civili israeliani sono stati uccisi da un palestinese. Ben Gvir ha ordinato la separazione fra vari penitenziari di reclusi della stessa fazione politica. Poi ha anche ordinato la chiusura di forni utilizzati da loro e, più di recente, ha imposto limitazioni all'uso delle docce. "La pacchia degli assassini dei nostri bambini è terminata" ha scritto su twitter. "I loro agi non sono più tollerabili. Metteremo fine al disordine".
Nel messaggio di avvertimento giunto alla televisione Kan i detenuti replicano che non lottano "per il pane o per le docce, bensì per la liberazione della patria". "Non abbiamo niente da perdere", aggiungono. "Chi ha deciso di combatterci, troverà di fronte dei combattenti". Secondo l'emittente non è escluso che la lotta dei detenuti possa gradualmente estendersi ai territori palestinesi. Maan precisa che in Israele sono detenuti 4.780 "prigionieri", fra cui 160 minorenni e 29 donne. (ANSAmed).