Secondo Haaretz i piloti ed i navigatori della riserva hanno detto a Halevy che nella maggior parte delle squadriglie "c'è un crescente malessere. La sensazione è che siamo impegnati in una battaglia per la nostra casa e per il nostro Paese, e siamo pronti a fare il necessario pur di difenderli". I riservisti, aggiunge Haaretz, hanno avvertito che già adesso il conflitto sul futuro del Paese sta avendo riflessi negativi fra di loro perchè, partendo in missioni delicate, non riescono a concentrarsi al massimo, come dovrebbero. I riservisiti hanno inoltre denunciato espressioni offensive lanciate nei loro confronti nei giorni scorsi da esponenti del governo Netanyahu.
"I riservisti sono una parte inseparabile dell'esercito ed io sono responsabile di garantire che le sue missioni siano in linea con i loro valori". Così il capo di stato maggiore, Herzi Halevy, si è espresso in un incontro con i rappresentanti dei riservisti delle forze armate preoccupati che la riforma giudiziaria avviata dal governo di Benyamin Netanyahu possa cambiare la fisionomia della democrazia israeliana. E nel caso in cui venga portata a termine - hanno spiegato - molti di loro non parteciperanno più alle missioni.
Se Halevy ha definito il "rifiuto" di servire "una "linea rossa che non dovrebbe essere nel protocollo militare", ha tuttavia anche condannato "le osservazioni inappropriate fatte ai riservisti e ai membri del servizio". "La parola 'traditori' - ha sottolineato quanti hanno attaccato i riservisti - non dovrebbe essere usata, Qui non ce ne sono". (ANSAmed).