Nonostante l'indubbio privilegio di essere presente in una lista prestigiosa, Kfar Kama - 3.500 abitanti - teme decisamente la notorietà piovutale addosso. Come ripetono i suoi cittadini ai crescenti visitatori di questo lindo e bellissimo villaggio dalle costruzioni di basalto e pochissimi negozi dagli orari stretti, "venite pure, guardate, ma non restate e soprattutto rispettate il nostro quieto vivere". "Con tutto il rispetto e le proporzioni, non vogliamo fare la fine di Venezia o di altri luoghi", sottolinea al cronista italiano Zuhair Tehawkho che ha fondato il 'Circassian Museum' di Kfar Kama insieme all'antropologo e ricercatore David Shawgen. Un sito culturale sulla storia di questa minoranza - la penultima in ordine numerico di Israele prima dei Samaritani (800 persone circa) che fa il paio con il 'Circassian Heritage Center' diretto da Aibek Napso, espressione 'istituzionale' del Consiglio comunale.
Entrambi i posti nelle ultime settimane si sono riempiti di israeliani (ma non solo), per lo più ignari di questa enclave etnico-storica del proprio Paese. E guardano a bocca aperta - come tutti gli altri del resto - l'antica danza circassa che due giovani del luogo interpretano in costume tribale.
Meravigliandosi delle spade ricurve, del copricapo che ricorda il colbacco o dei baffi spioventi alla turca. E capendo poi, alla fine del tour, perchè le targhe delle strade sono in ebraico, arabo e soprattutto in cirillico, così come in molti dei posti pubblici, Moschea compresa.
I Circassi sono arrivati in Galilea, allora una provincia dell'Impero Ottomano, alla fine del 1870, fuggendo il genocidio (oltre un milione di persone uccise) del loro popolo seguito alla secolare guerra con i Russi. Per venire chiesero il permesso al Sultano di Costantinopoli Abdul-Hamid II. Oggi la maggioranza dei Circassi sono in Turchia, ma anche in Siria, in Giordania e negli Usa, oltreché in Israele dove sono presenti anche in un altro villaggio della comunità: Rehaniya, vicino al confine con il Libano. Da allora ad oggi si sono perfettamente integrati nella società israeliana ma continuando a preservare gelosamente la loro identità e la tranquillità di Kfar Kama.
(ANSAmed).