Il dissidio sulle targhe automobilistiche, con l'irrigidimento delle rispettive posizioni riguardo all'obbligo di reimmatricolazione delle auto con targa serba, rischia di bloccare ancora a lungo il negoziato fra Belgrado e Pristina facilitato dalla Ue, mentre l'abbattimento l'altro ieri di un drone spia nel sud della Serbia a ridosso della frontiera con il Kosovo ha rinfocolato lo scambio di accuse reciproche. Secondo Belgrado proveniva dal Kosovo ed era impegnato nell'osservazione di installazioni militari serbe. Accuse queste respinte da Pristina.
Vucic nel tardo pomeriggio di oggi incontrerà a Belgrado l'inviato speciale Ue Miroslav Lajcak, mentre domani interverrà a una seduta del governo nella quale riferirà sui suoi recenti incontri con i rappresentanti dei serbi del Kosovo, che hanno minacciato il ritiro da tutte le istituzioni kosovare. Al termine della riunione Vucic vedrà gli ambasciatori di Cina e Russia. Sempre domani il presidente incontrerà il patriarca Porfirije e i componenti del Sinodo della Chiesa ortodossa serba, con i quali esaminerà gli ultimi sviluppi della situazione in Kosovo. Tutto ciò mentre dalla comunità internazionale, Ue e Usa in primis, si moltiplicano gli appelli ad intensificare gli sforzi per giungere a un accordo finale sul Kosovo e sulla normalizzazione dei rapporti fra Belgrado e Pristina, al fine di eliminare un pericoloso focolaio di ulteriore instabilità nei Balcani. (ANSAmed).