BEIRUT - Il governo uscente libanese ha annunciato, dopo decenni, la fine delle sovvenzioni statali per il latte in polvere per neonati e lattanti in un Paese da tre anni afflitto dalla peggiore crisi finanziaria della sua storia e dove, secondo l'Onu, più dell'80% della popolazione residente vive ormai al di sotto della soglia di povertà.
L'annuncio del ministro uscente della sanità, Firas al Abiyad, è stato riportato stamani dai media di Beirut, dopo che il governo libanese aveva già gradualmente rimosso, nel corso dell'ultimo anno e mezzo, gran parte delle sovvenzioni a medicinali e altri beni di prima necessità. Il ministro ha assicurato che rimarranno sovvenzionati alcuni medicinali per curare i tumori e altre malattie croniche, ma ha ammesso che i fondi ricevuti dalla Banca centrale sono sempre più insufficienti a garantire la copertura dei bisogni su scala nazionale. Il latte in polvere, per decenni assimilato a un prodotto medico da vendere in farmacia a prezzi calmierati, è largamente usato in Libano, dove l'allattamento materno è scarsamente incentivato, rispetto ad altri paesi mediterranei, sia dai reparti ospedalieri di ostetricia e maternità sia dai pediatri di base. Il ministro Abiyad ha ammesso che per il dicastero è sempre più difficile controllare i rifornimenti e le vendite di confezioni di latte artificiale e di altri medicinali fino a oggi sovvenzionati. E questo, ha detto, a causa del traffico illegale di molti presidi medici: un fenomeno in crescita all'ombra del collasso finanziario registratosi dal 2019.