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Ambiente: plastica l'80% dei rifiuti marini nel Mediterraneo

Risultati progetto Common in Tunisia, Italia e Libano

14 febbraio, 12:36

(ANSAmed) - TUNISI, 14 FEB - La plastica rappresenta l'80% dei rifiuti marini dispersi nell'ambiente marino e costiero di tre Paesi del Mediterraneo, vale a dire Tunisia, Italia e Libano. Lo rivelano i risultati finali del progetto Common, Coastal Management and Monitoring Network for tackling marine litter in Mediterranean, finanziato dall'Unione europea e presentato recentemente a Tunisi. Cinque aree pilota sono state coinvolte nelle attività del progetto: due in Tunisia (Isole Kuriate e Monastir), due in Italia (Maremma e Salento) e una in Libano (Riserva naturale di Tiro). Secondo i risultati del progetto, più della metà dei rifiuti raccolti (53%) è rappresentata da plastica monouso (Sup).

"Degli oltre 90.000 oggetti raccolti sulle spiagge e analizzati mediante protocolli scientifici, armonizzati tra i diversi partner del progetto, 17.000 (circa il 20%) erano mozziconi di sigaretta e 6.000 erano cotton fioc", si legge in un comunicato pubblicato sul sito Eni Cbc Med. I dati ottenuti durante il progetto triennale confermano l'impatto dei rifiuti marini e delle microplastiche sulla biodiversità mediterranea.

Durante il progetto Common, infatti, è stato analizzato il tratto gastrointestinale di oltre 700 esemplari di 6 specie ittiche commercialmente importanti: Engraulis encrasicolus (acciuga), Sardina pilchardus (sardina), Sardinella aurita (sardinella tonda), Boops boops (boga), Mullus barbatus (triglia), Lythognathus mormirus (sagoma). In media, un terzo dei campioni analizzati aveva ingerito microplastiche. In questo progetto, la tartaruga marina Caretta caretta è stata utilizzata come indicatore dello stato di salute del bacino, dal Programma Integrato di Monitoraggio e Valutazione del Mare e della Costa del Mediterraneo (IMAP), e ha rivelato che in oltre 140 esemplari provenienti da Tunisia, Libano e Maremma (Italia), i livelli di ingestione variano tra il 40% e il 70%.

Avviato nel 2019 il progetto Common finanziato dall'Unione europea attraverso il programma Eni Cbc Med con 2,2 milioni di euro, ha visto coinvolti Legambiente, l'Università di Siena, e il Ciheam Bari per l'Italia, l'Istituto Nazionale di Scienze e Tecnologie Marine (Instm) e l'Università di Sousse per la Tunisia, l'Ong libanese Amwaj dell'Ambiente e la riserva naturale di Tiro. Inoltre, il progetto ha promosso l'iniziativa Clean Up The Med, una grande iniziativa di volontariato ambientale giunta alla sua 30/a edizione, che ha coinvolto oltre 2.000 volontari provenienti da 20 Paesi del Mediterraneo che hanno preso parte ad attività di pulizia delle spiagge, rimuovendo 10 tonnellate di rifiuti marini lungo quasi 24.000 km di costa. (ANSAmed). (ANSA).

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