BEIRUT - Scene di alta tensione oggi a Beirut, capitale del Libano che sprofonda ogni giorno di più nel baratro della peggiore crisi finanziaria della sua storia e che è attraversato da una crescente tensione sociale e politica.
Nelle ultime ore sono state prese d'assalto da manifestanti incolleriti, nella capitale Beirut e a Tripoli, nel nord, diverse filiali di banche private, chiuse da giorni di fronte all'ennesimo crollo della lira locale rispetto al dollaro statunitense.
L'esercito e i vigili del fuoco sono intervenuti nei luoghi delle proteste a Beirut e nelle altre città ma la tensione nelle strade rimane alta. Sempre stamani sono state bloccate da dimostranti strade e autostrade a Beirut, Tripoli, Sidone e nella valle orientale della Bekaa. Altri blocchi stradali si erano verificati ieri nelle stesse aree a seguito della diffusione della notizia del nuovo prezzo del dollaro (77mila lire) nel mercato del cambio valutario. Gruppi di manifestanti, alcuni aderenti a collettivi sorti dopo il 2019 per la difesa dei diritti dei risparmiatori e dei correntisti, hanno preso di mira stamani, con un'azione coordinata, filiali di banche lungo la via di Badaro, luogo della movida notturna e poco distante dal Palazzo di Giustizia.
Il Libano è in default dal marzo del 2020. La lira ha perso in tre anni più del 98% del suo valore. La classe politica al potere, contestata da più parti, finora non ha risposto alle richieste locali e della comunità internazionale per prendere delle misure necessarie per risollevare il Paese mediterraneo in ginocchio.