Secondo le ricostruzioni giornalistiche, 12 banche svizzere hanno nel corso degli anni ricevuto gran parte del denaro pubblico - circa 500 milioni di dollari - dirottato da Salame sin dai primi anni 2000 verso gli istituti bancari elvetici con l'aiuto del fratello Raja Salameh e di una serie di collaboratori. Le banche coinvolte nell'inchiesta giudiziaria in corso in Svizzera sono la Hsbc, la Usb, Credit Suisse, Efg, Julius Baer, Pictet. Le transazioni sono avvenute a più riprese tramite conti correnti di una società offshore registrata nelle Isole Vergini britanniche. Somme considerevoli sono poi state utilizzate per acquistare immobili in diversi Paesi europei, affermano le fonti giudiziarie citate dai media svizzeri.
A capo della Banca centrale libanese da 30 anni e considerato da più parti il banchiere degli oligarchi al potere in Libano dalla fine della guerra civile libanese (1975-90), Salameh è inquisito in Svizzera, in Libano e in altri Paesi europei per illeciti finanziari commessi dai primi anni 2000. Nei giorni scorsi un giudice libanese ha rivolto nuove accuse a Salameh, a suo fratello Raja e a una collaboratrice del governatore della Banca centrale. Dal canto suo Salameh continua a dirsi innocente e a respingere ogni accusa. A maggio scadrà il suo mandato ma l'elite politica al potere sta valutando l'ipotesi di estendere il suo incarico nel contesto del default finanziario annunciato in Libano nel 2020. (ANSAmed).