Negli ultimi mesi alcune sporadiche sentenze giudiziarie in Gran Bretagna e in Francia avevano dato ragione a titolari di conti correnti in Libano, intimando invano alle banche di restituire i risparmi ai vincitori delle cause giudiziarie all'estero a cui sono intestati depositi superiori a un milione di dollari. Nelle ultime settimane, sono stati avviati procedimenti giudiziari contro le banche anche da parte di organi giudiziari libanesi, che chiedono la restituzione dei fondi nei confronti di titolari di conti correnti meno consistenti. Di fronte a questa inedita pressione, definita da alcuni organi di stampa locali "parte di una manovra politica", l'Associazione delle Banche libanesi aveva avviato, lo scorso 6 febbraio, uno "sciopero", chiudendo per quasi un mese quasi tutte le filiali del Paese. La serrata è stata interrotta soltanto nei giorni scorsi per consentire ad alcuni settori del pubblico impiego di ritirare gli stipendi in lire libanesi e alimentare così le reti clientelari controllate dall'élite politica al potere, connivente sia con l'Associazione delle Banche sia con i vertici della Banca centrale. (ANSAmed).
Libano: crisi, le banche tornano a 'scioperare' martedì
Gli istituti di credito rispondono alle pressioni giudiziarie
Negli ultimi mesi alcune sporadiche sentenze giudiziarie in Gran Bretagna e in Francia avevano dato ragione a titolari di conti correnti in Libano, intimando invano alle banche di restituire i risparmi ai vincitori delle cause giudiziarie all'estero a cui sono intestati depositi superiori a un milione di dollari. Nelle ultime settimane, sono stati avviati procedimenti giudiziari contro le banche anche da parte di organi giudiziari libanesi, che chiedono la restituzione dei fondi nei confronti di titolari di conti correnti meno consistenti. Di fronte a questa inedita pressione, definita da alcuni organi di stampa locali "parte di una manovra politica", l'Associazione delle Banche libanesi aveva avviato, lo scorso 6 febbraio, uno "sciopero", chiudendo per quasi un mese quasi tutte le filiali del Paese. La serrata è stata interrotta soltanto nei giorni scorsi per consentire ad alcuni settori del pubblico impiego di ritirare gli stipendi in lire libanesi e alimentare così le reti clientelari controllate dall'élite politica al potere, connivente sia con l'Associazione delle Banche sia con i vertici della Banca centrale. (ANSAmed).