(ANSAmed) - ROMA, 17 GEN - "Nel 2023 lungo la rotta del
Mediterraneo centrale si sono già registrati 17 morti. Dal 2014,
le vittime sono oltre 20mila. Salvare vite umane in Libia rimane
la priorità". Lo ha detto Laurence Hart, direttore dell'Ufficio
di coordinamento per il Mediterraneo a Roma dell'Organizzazione
internazionale per le migrazioni (Oim) in audizione alle
commissioni riunite Affari costituzionali e Trasporti della
Camera, che stanno esaminando il decreto legge sulla stretta
alle navi delle ong . Hart ha sottolineato poi l'importanza di
"identificare le persone vulnerabili e proteggerle. Il porto
sicuro va valutato a seconda della casistica dei vulnerabili a
bordo: se ci sono sofferenze allontanare il porto di sbarco è un
problema non trascurabile".
L'esponente dell'Oim ha inoltre ribadito che "la Libia non è
un porto sicuro ed il numero delle persone riportate a terra
dalla guardia costiera libica non collima con quello delle
presenze nei centri di detenzione e questo apre a speculazioni.
Queste persone possono essere vendute per lavoro temporaneo o
addirittura soggette a richieste di riscatto da parte della
famiglia per essere liberate". (ANSAmed).