Numeri che mettono in evidenza le disuguaglianze sempre più accentuate nella società portoghese. L'aumento dei poveri in Portogallo durante la pandemia (quasi il 20% della popolazione) è stato il più alto degli ultimi otto anni, cioè dai tempi della crisi dell'euro.
Nel 2014, anno in cui si concluse il piano triennale di salvataggio finanziario della troika Fmi-Ue-Bce, anche i grandi contribuenti erano poco meno di mille, oggi sono poco meno di 5 mila, di cui circa 3300 aziende e 1600 privati cittadini. I criteri per far parte della lista di contribuenti seguiti da un dipartimento speciale dell'agenzia fiscale nazionale sono vari, ma i principali sono un reddito annuale superiore a 750 mila euro oppure 5 milioni di euro in patrimonio mobiliare e immobiliare. Per quanto riguarda le aziende, fino al 2018 rientravano solo quelle con un fatturato superiore ai 100 milioni annui, ma oggi il criterio si estende a tutte quelle la cui attività è sotto la supervisione diretta della Banca del Portogallo, il che spiegherebbe questo aumento esponenziale dei "sorvegliati speciali", i quali nel 2021 hanno versato nelle casse dello Stato 18 miliardi di euro, pari al 40% circa dell'esecuzione di tutto il bilancio statale. I dati rivelano inoltre una netta divisione geografica tra una fascia costiera più ricca e un entroterra più povero. (ANSAmed).