LISBONA - Per molti studenti e professori portoghesi il 2023 si è presentato come un anno di agitazione sindacale. Dopo un avvio a singhiozzo il 3 gennaio (l'anno scolastico portoghese non contempla la festività dell'Epifania) a causa di scioperi parziali nelle prime ore della giornata, questa settimana si intensifica la battaglia portata avanti soprattutto da nuove sigle e sindacati di base: come STOP, il sindacato che già ieri ha impedito a molti istituti scolastici di riaprire e che promette un "gennaio caldo".
Un altro sindacato, FENPROF, inizia oggi un sit-in, un vero e proprio accampamento che rimarrà fino a venerdì prossimo di fronte alla sede del ministero dell'Istruzione, a Lisbona. Dalla prossima settimana, inoltre, è prevista una nuova serie di scioperi a macchia di leopardo che si sposterà di provincia in provincia per tutto il territorio nazionale.
Gli insegnanti chiedono l'aggiornamento del calcolo dell'anzianità di servizio, congelato più di una volta nel corso degli ultimi anni; una revisione del metodo di valutazione dei docenti, che attraverso un sistema di quote impedirebbe a molti di progredire nella carriera, e un nuovo regime di pensionamento. Inoltre, i professori si battono contro un discusso disegno di legge del ministero che vorrebbe riformare il sistema di assunzione, trasferendo competenze agli enti locali e agli stessi istituti scolastici. Un progetto che il ministro João Costa ha già garantito di avere in parte ripensato.