La misura governativa riguardava solo i prestiti fino a 300 mila euro e mirava ad alleggerire il peso che l'aumento dei tassi d'interesse sta avendo sull'indebitamento delle famiglie.
Obbligava dunque le banche a rinegoziare il debito con i propri clienti sulla base dello stress test. Ciò implica che quando la rata mensile sale di cinque punti percentuali e supera il 36% del reddito disponibile all'interno del nucleo familiare, le banche devono obbligatoriamente accettare di riformulare le condizioni del credito, in particolare lo spread e le scadenze.
Secondo quanto riportato dalla Deco, anche in casi in cui ci sarebbero chiaramente le condizioni per modifiche strutturali del debito, le banche si stanno limitando a concedere moratorie temporanee, annuali, non facendo altro che rinviare il problema dell'insolvenza, specie se si considera che i tassi Euribor resteranno alti ancora per parecchio tempo. Il decreto proibiva inoltre alle banche di riscuotere commissioni sulle rinegoziazioni, mentre la Deco denuncia casi di commissioni fino a 250 euro per misure temporanee e inefficienti. D'altronde, già quando Costa annunciò il provvedimento, il settore bancario non reagì benissimo. Vítor Bento, presidente dell'Associazione delle banche portoghesi, parlò subito di "paternalismo" e di effetti indesiderati scatenati dalle buone intenzioni.(ANSAmed).