"Ciò richiederà l'intervento di un intermediario incaricato di coordinare e contattare gli agricoltori, identificare e mettere in rete i piccoli agricoltori e redigere regole o specifiche per questi mercati e gli spazi che occuperanno", ha spiegato Troccoli. "Esistono tutti i fattori in Tunisia per creare questa rete di mercati, che incoraggerà un legame diretto tra produttori e consumatori, promuoverà un sistema di consumo più sano attraverso la vendita di prodotti freschi e aiuterà gli agricoltori a migliorare i loro redditi senza abbandonare le loro aziende agricole e raccolti in campagna", ha aggiunto.
Troccoli ha raccontato l'esperienza italiana di vendita di prodotti agricoli e locali attraverso una fitta rete di mercati contadini. "Abbiamo dato vita a 1.200 mercati contadini organizzati da Coldiretti/Campagna Amica a partire dal 2008. Ad oggi producono un fatturato aggregato di circa 4 miliardi di euro. Coinvolgono oltre 15 mila aziende e durante la pandemia abbiamo aperto 43 nuovi mercati", ha detto. L'obiettivo "non è quello di creare un sistema alimentare parallelo, ma piuttosto rendere l'attuale sistema alimentare più equo e sostenibile e dare ai piccoli agricoltori la possibilità di vendere i propri prodotti a prezzi equi senza l'intervento di intermediari".
La conferenza è stata organizzata nell'ambito della prima edizione del Festival "Mangiamo tunisino", dedicato alla sovranità alimentare, ai semi contadini e alle tradizioni culinarie tunisine e che si è svolto presso il Centro di formazione delle donne rurali di Chbedda, con il sostegno dell'Alliance for Food Sovereignty in Africa (Afsa), nell'ambito dell'iniziativa "We eat Africa", con esposizione e vendita di prodotti locali.(ANSAmed). (ANSA).