Quotidiano Energia - La Commissione europea ha modificato la direttiva 2012/19 sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), nella parte che impone ai produttori di finanziare i costi relativi alla gestione dei rifiuti originati da pannelli fotovoltaici immessi sul mercato dopo il 13 agosto 2005. La retroattività della norma sul FV è stata infatti bocciata un anno fa dalla Corte di Giustizia Ue.
Per dare seguito alla sentenza della Corte, la Commissione ha messo a punto una proposta di direttiva che modifica la 2012/19 negli articoli 12 (paragrafi 1, 3 e 4), 13 (paragrafo 1) e 15 (paragrafo 2), ora in consultazione fino al 4 aprile.
Le disposizioni, spiega la proposta, riguardano la responsabilità estesa del produttore, principio fondamentale della direttiva Raee già introdotto dalla prima direttiva 2002/96/CE. Adesso, alla luce della sentenza della Corte, si è rispettato anche il principio di non retroattività per quanto riguarda il periodo in cui la direttiva Raee non si applicava ancora ai pannelli FV e ad altri prodotti di nuova introduzione.
In dettaglio, la proposta prevede che i produttori di pannelli FV, sia destinati ai nuclei domestici che ad altri utilizzatori, siano tenuti a provvedere al finanziamento della raccolta, trattamento, recupero e smaltimento ecocompatibile dei Raee derivanti dai pannelli solo se questi ultimi sono stati immessi sul mercato dopo il 13 agosto 2012.
Inoltre, i produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Aee) che rientrano nel cosiddetto “ambito di applicazione aperto”, anche in questo caso destinate ai nuclei domestici e agli altri utilizzatori, dovranno provvedere al finanziamento della gestione dei rifiuti solo a partire dal 15 agosto 2018.
Infine, la proposta aggiorna il riferimento alla norma EN 50419 nella direttiva Raee, sostituendo la versione adottata dal Cenelec nel marzo 2006 con quella riveduta nel 2022 (EN 50419:2022).
La Commissione rende noto che le nuove disposizioni sono state già discusse con gli Stati membri Ue. In particolare, il 7 aprile 2022 si è svolta una riunione del gruppo di esperti sui rifiuti in merito alle modifiche alla direttiva 2012/19, cui hanno partecipato per l’Italia i rappresentanti dell’allora ministero della Transizione ecologica e di Ispra. In questa sede, la proposta di Bruxelles “non ha suscitato obiezioni, né sono state formulate osservazioni specifiche”.
Una vola adottata la nuova direttiva, l’esecutivo comunitario chiederà agli Stati membri di “corredare la notifica delle misure di recepimento con uno o più documenti esplicativi che illustrino la correlazione tra le disposizioni della direttiva che modifica la direttiva Raee e le parti corrispondenti degli strumenti nazionali di recepimento”.
La direttiva 2012/19 è stata recepita in Italia con il D.lgs. 49/2014, in base al quale i pannelli FV sono considerati Raee “domestici” se installati su abitazioni in impianti di potenza inferiore a 10 kW e Raee “professionali” se di potenza superiore a tale soglia. Per entrambe le tipologie è previsto l’onere finanziario a carico del produttore sia per i Raee “storici” che per quelli immessi sul mercato dopo la data indicata dalla direttiva del 13 agosto 2005 (cassata dalla Corte Ue).
Per i Raee da impianti FV che beneficiano dei Conti Energia, il Gse ha il compito di trattenere dagli incentivi una quota per garantire la copertura dei costi di di smaltimento, che viene poi restituita solo nel caso in cui venga accertato l’avvenuto adempimento degli obblighi previsti dal D.lgs. 49/2014.
All’indomani della bocciatura della direttiva 2012/19 da parte della Corte Ue, l’amministratore unico del Gse, Andrea Ripa di Meana, ha assicurato in audizione al Parlamento che la disciplina italiana sul FV “non viene intaccata in alcun modo” dalla sentenza. Secondo Ripa di Meana, “l’attività di esazione” del Gse sul Conto Energia a titolo di garanzia per la gestione dei rifiuti “non è stata toccata dalla sentenza”.