Quotidiano Energia - “Sebbene i picchi di prezzi più alti siano stati registrati ad agosto, non può essere stabilito alcun nesso con il riempimento degli stoccaggi di gas”. E’ la conclusione di un rapporto pubblicato lunedì 27 dalla Commissione Ue, in cui si sottolinea che “i picchi di prezzo del gas si sono avuti in un momento in cui i tassi di iniezione negli stoccaggi erano nella norma e piuttosto bassi, mentre viceversa all’avvicinarsi del target finale di riempimento del 1° novembre 2022, con ulteriori sforzi per lo stoccaggio dovuti all’avvio della stagione del riscaldamento, i prezzi erano già fortemente diminuiti a ottobre e novembre rispetto ai mesi precedenti”.
Ciò nonostante, rileva la Commissione, non è possibile escludere che le azioni per il riempimento degli stoccaggi abbiano potuto avere un qualche effetto temporaneo sui prezzi del gas e che quindi procedure più graduali abbiano potuto mitigare le quotazioni.
Il rapporto nota rimarca comunque che il riempimento degli stoccaggi al 94,9% al 1° novembre e ancora all’83,4% alla fine del 2022 “hanno contribuito fortemente a rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti nell’inverno 2022/2023, riducendo di conseguenza il premio di rischio sul mercato del gas”.
Accanto a questo, ha contribuito la riduzione dei consumi di gas Ue del 19% tra agosto 2022 e gennaio 2023 rispetto alla media nello stesso periodo dei precedenti cinque anni, equivalente a un risparmio di 42 miliardi di mc.
In proposito è da segnalare che il Consiglio Energia dovrebbe approvare domani il prolungamento di un anno del regolamento 2022/1369 sul risparmio di gas, in scadenza il 31 marzo.
La Commissione ricorda infine che, grazie al regolamento Ue 2022/1032 sugli stoccaggi gas, per la prima volta i Paesi Ue hanno firmato accordi per mettere in comune i loro depositi. In questo senso, è citato in particolare il caso dell’Italia, che ha messo a disposizione della Grecia una capacità di stoccaggio gas di 1,14 TWh.
