Quotidiano Energia - Entro il 2028, alla scadenza delle attuali concessioni, la Norvegia nazionalizzerà la maggior parte della sua rete di gasdotti. Lo ha annunciato oggi il ministero del Petrolio e dell’Energia, spiegando che l’intento di Oslo è rafforzare il controllo sulle infrastrutture critiche nazionali.
Il ministero, si legge in un comunicato, ha inviato lettere ai concessionari dei gasdotti in cui si informa che “lo Stato intende avvalersi del diritto di recupero delle infrastrutture alla fine del periodo di concessione”.
Il Paese scandinavo, che a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina è divenuto il primo fornitore di gas dell’Europa, “vuole la completa proprietà statale delle parti centrali del sistema di trasporto del gas norvegese”, rileva il comunicato senza fornire motivazioni.
In alcuni casi, il Governo potrebbe dover risarcire i concessionari, conclude il ministero anche qui senza frnire dettagli.
La rete che trasporta il gas norvegese verso l’Europa continentale e la Gran Bretagna ha un’estensione di circa 9.000 km ed è al momento controllata per la quasi totalità da Gassled, joint-venture costituita nel 2003 dalle compagnie petrolifere nazionali e straniere.
La Norvegia possiede già il 51,7% di Gassled, il 46,7% attraverso Petoro e il 5% tramite Equinor.
La rete di Gassled, operata dal Tso norvegese Gassco, è suddivisa in varie tratte detenute con quote diverse da numerose compagnie. Tra queste la controllata Eni Vår Energi, che possiede il 5% di Haltenpipe.