Quotidiano Energia - Nel pieno del dibattito sulla revisione della direttiva sull’efficienza energetica degli edifici e sul regolamento 813/2013 Ecodesign, arriva il piano d’azione Ue per le pompe di calore.
In una consultazione che terminerà il 26 maggio, la Commissione sottolinea che l’obiettivo del piano REPowerEU è installare almeno 10 milioni di nuove pompe di calore entro il 2027, ma con il nuovo regolamento Ecodesign – che prevede tra l’altro l’eliminazione delle caldaie a combustibili fossili dal 2029 - si arriverà entro il 2030 ad almeno 30 milioni di questi impianti in più rispetto al 2020.
Tali obiettivi, ammette però l’esecutivo comunitario, si scontrano con numerose criticità: ostacoli strutturali (elevati costi iniziali delle pompe di calore, insufficiente capacità della rete elettrica, incompatibilità tecnica degli edifici) e informativi (scarsa consapevolezza e accettazione da parte di consumatori e installatori, mancanza di adeguate informazioni), fallimenti di mercato (modelli commerciali ancora poco sviluppati, divergenze di interessi, squilibri tra esigenze di finanziamento e prodotti offerti dalle banche), inadeguatezza del contesto politico e normativo (procedure autorizzative, regolamenti edilizi, tassazione energetica, gestione della domanda), limiti dell’industria e della catena del valore, carenza di competenze.
Il piano d’azione, contenuto in una comunicazione che sarà adottata nell’ultimo trimestre dell’anno, prevede di conseguenza quattro linee di intervento: partnership tra la Commissione, gli Stati Ue e il settore industriale (anche per la ricerca e innovazione); coinvolgimento dei gruppi d’interesse e alleanza sulle competenze; legislazione; finanziamenti.
Per quanto riguarda in particolare la prima linea di intervento, è prevista la creazione di piattaforme e partenariati tra la Commissione, gli Stati membri, l’industria, gli istituti finanziari e gli enti di formazione e ricerca lungo tutta la catena del valore delle pompe di calore, che punteranno ad aumentare la produzione, creare migliori condizioni nazionali (“compreso un rapporto favorevole tra i prezzi dell’elettricità e del gas”) e garantire un’ampia diffusione di questi impianti senza compromettere la stabilità della rete elettrica.
Sul fronte della legislazione, l’obiettivo è “dare un segnale politico sufficientemente forte per il mercato delle pompe di calore, anche eliminando gradualmente le caldaie individuali entro il 2029”. Si agirà perciò su numerosi fronti: norme Ecodesign e sull’etichettatura energetica, revisione delle direttive su prestazione energetica nell’edilizia, efficienza energetica, energie rinnovabili e tassazione dei prodotti energetici, ma anche regolamenti per il market design elettrico e per i gas fluorurati a effetto-serra.
Lato finanziamenti, il piano d’azione individuerà sistemi di sostegno (soprattutto per i cittadini meno abbienti) e promuoverà il coinvolgimento dell’intero sistema energetico allo scopo di “dare priorità agli investimenti in progetti integrati di riqualificazione energetica”.
E’ da ricordare che il Governo tedesco ha presentato di recente una proposta di legge che prevede già dal 1° gennaio 2024 l’obbligo di installare nuovi sistemi di riscaldamento alimentati al 65% da fonti rinnovabili. In Italia ha suscitato invece preoccupazione la proposta della Commissione sull’Ecodesign, che secondo le associazioni di settore si baserebbe su “divieti che non tengono conto delle prospettive di sviluppo delle tecnologie e dei vettori energetici e, soprattutto, non considerano le specificità dei singoli Stati membri”.
La metà circa dell’energia consumata oggi nella Ue è assorbita dagli impianti di riscaldamento e raffrescamento, alimentati per oltre il 70% con combustibili fossili. Secondo la Commissione, in assenza di ulteriori azioni, 22 milioni di vecchi impianti individuali e diverse migliaia di vecchie unità di grandi dimensioni saranno sostituiti da caldaie a combustibili fossili.