Quotidiano Energia - L’Arera conta di approvare entro maggio la delibera sul meccanismo di sostegno per gli accumuli previsto dall’art. 18 del D.Lgs 201/2021.
Lo ha detto il direttore della divisione energia dell’Autorità Massimo Ricci in occasione dell’evento RE-Source Italy 2023 organizzato da Mbs Consulting e Cerved tenutosi ieri.
“Faremo la delibera relativamente a breve”, ha sottolineato nel suo intervento. “Contiamo di pubblicare intorno a fine mese se tutto va bene”, ha aggiunto parlando a margine con QE. Ma sono previste novità rispetto al dco 393/2022 messo in consultazione fino al 28 ottobre 2022 (scadenza poi posticipata all’11 novembre)? “Difficile dirlo ora, stiamo finalizzando”, ha detto Ricci.
La delibera dovrà fissare criteri, condizioni e modalità del sistema di approvvigionamento a termine della capacità di stoccaggio elettrico che dovrà supportare la realizzazione di 71 GWh di nuovi accumuli di grande dimensione, come previsto dagli scenari Snam-Terna.
Tra le altre cose, il dco ha definito i contratti standard, stabilendo però aste differenziate per tecnologia (qualora queste divergano significativamente), con accesso solo a progetti nuovi autorizzati. L’Autorità ha stabilito inoltre i criteri per l’utilizzo da parte di soggetti terzi della capacità di stoccaggio approvvigionata a termine (in particolare i servizi di “time shifting”), le modalità di copertura dei costi (corrispettivo sulla falsa riga dell’uplift), i limiti all'eventuale intervento diretto di Terna nella realizzazione dello storage e il coordinamento con il capacity market.
All’Autorità sono pervenute osservazioni da parte di 28 soggetti (a questo link tutta la documentazione).
Di recente, il ceo di Enel Green Power Salvatore Bernabei ha sottolineato che le aste dovrebbero essere “limitate alla capacità strettamente necessaria” e “ai casi nei quali il mercato davvero non opera”. Mentre si dovrebbe dare “più importanza al capacity market eliminando però alcune barriere alla partecipazione delle batterie, che oggi non hanno riconosciuta la flessibilità ma solo l’adeguatezza”.
Più nel dettaglio, nel documento inviato all’Arera Enel chiede che con le aste sia approvvigionata una quota non superiore al 20% del fabbisogno complessivo di accumuli.
Il gruppo sottolinea inoltre che limitare la partecipazione ai soli progetti già autorizzati può “fortemente ridurre la concorrenzialità incrementando il rischio di fallimento di mercato e quindi la necessità di intervento diretto da parte di Terna”.
A questo proposito, il documento inviato dal Tso condivide gli orientamenti dell'Autorità circa i criteri e le condizioni per lo sviluppo diretto della capacità di stoccaggio da parte di Terna. Ma evidenzia che subordinando tale sviluppo diretto alla revisione della Disciplina e ad una ripetizione della procedura concorsuale (come ipotizzato al punto 5.6), “si rischia di ritardare l'entrata in esercizio degli impianti di stoccaggio e quindi di rallentare il processo di transizione energetica e di indipendenza del sistema italiano dal gas naturale”.