(ANSA) - ROMA, 30 SET - Il supporto all'allattamento dato
alle mamme nei punti nascita italiani è molto disomogeneo e "la
pandemia lo ha penalizzato" ancor di più. "Recuperare il terreno
perso" e rendere la sua presenza uniforme negli ospedali è
l'obiettivo di un documento firmato da 10 società scientifiche e
federazioni professionali che riuniscono neonatologi, pediatri,
ostetriche e infermieri, pubblicato in vista della settimana
dell'allattamento al seno, che si celebra dall'1 al 7 ottobre.
Il latte materno, come sottolineano gli esperti, è un "vero
e proprio investimento per la vita che porta benefici di salute,
socio-economici ed ecologici e rappresenta l'alimento naturale
ed ottimale per tutti i neonati, in particolare quelli
pretermine o con patologie". Tuttavia, da una survey condotta
nel 2014 dal Tavolo Tecnico Allattamento del Ministero della
Salute (ad oggi l'unica disponibile) risulta che i tassi di
allattamento esclusivo sono molto variabili e vanno dal 20 al
97%. Secondo la stessa survey solo 114 punti nascita su 220
avevano una specifica policy aziendale sull'allattamento.
A questo si aggiunge il fatto che "la pandemia da Covid-19
ha, senza valide ragioni scientifiche, portato a penalizzare la
relazione madre-bambino e l'allattamento in molte strutture
sanitarie ha evidenziato quanto sia fondamentale una corretta
politica aziendale a tutela dell'allattamento".
Nasce da qui la proposta di prevedere una politica aziendale
omogenea sull'allattamento. I dipartimenti materno-infantili che
riusciranno a implementarla riceveranno un riconoscimento ad hoc
di 'Ospedale per l'Allattamento'. Il progetto, coordinato da
Riccardo Davanzo, presidente della Commissione Allattamento
della Società Italiana di Neonatologia (Sin), vede in prima
linea, tra gli altri, la Società Italiana di Pediatria (Sip), la
Società di Ginecologia e Ostetricia (Sigo), la Federazione degli
Ordini della Professione di Ostetrica (Fnopo). (ANSA).