Il 34% di chi ha superato i 65 anni di eta' ed e' autosufficiente cade in casa, la meta' piu' di una volta all'anno. Il 43% di chi invece non e' piu' autonomo cade nelle case di cura, il 26% in ospedale. La casa e' la fonte principale di trappole, oltre 11 gli ostacoli. Eliminare gli impedimenti e muoversi di piu' riduce il rischio di cadute di oltre il 40%. "Al nostro pronto soccorso il 40% degli accessi riguarda ultra 60enni caduti e la maggioranza e' scivolato in bagno" spiega Niccolo' Marchionni, ordinario di geriatria all'universita' degli Studi di Firenze, divisione di cardiologia geriatrica all'ospedale Careggi di Firenze, intervenuto al convegno 'La nuova vecchiaia: un bersaglio mobile' svoltosi nei giorni scorsi a Roma.
"Nelle case degli anziani spesso ci sono gabinetti traballanti e sanitari troppo bassi, piatti doccia e tappetini scivolosi, vasche alte e sdrucciolevoli", spiega Marchionni.
Altri ostacoli sono illuminazione inadeguata, mattonelle sconnesse o che confondono il passo come quelle a scacchi.
Tappeti, soglie delle porte leggermente rialzate, gradini lisci, guide sulle scale e scale troppo ripide. Infine il bastone, usato in modo improprio.
"Il rischio si puo' ridurre fino al 40% con alcuni interventi semplici e a basso costo come la rimozione degli ostacoli, l'installazione di maniglioni di supporto nei bagni e la progettazione di percorsi casalinghi piu' sicuri" afferma Marchionni. "Anche una revisione dei farmaci che si assumono puo' prevenire le cadute. Da evitare le benzodiazepine, usate comunemente per dormire. Agiscono sul sistema nervoso centrale e sono una formidabile causa di cadute".
Efficaci anche il ballo e il Tai Chi, antica arte marziale cinese. "La danza migliora la forza muscolare, il Tai Chi migliora l'equilibrio e la densita' ossea. Anche la ginnastica quotidiana e' molto utile" precisa Marchionni.
Dal 5 al 10 % di chi cade riporta un trauma cranico, il 6% una frattura, l'1% si rompe il femore, episodio che aumenta del 30% il rischio di morte ad un anno dall'incidente. Fino al 73% di chi cade sviluppa una sindrome ansiosa depressiva e tende ad isolarsi. "Si cade per debolezza muscolare, disturbi dell'andatura e posturali, l'uso di ausili usati impropriamente e per problemi di vista, per artrosi, disabilita', depressione e demenza" conclude lo specialista. (ANSA).