Punto di riferimento di coordinamento della ricerca italiana in astronomia e in astrofisica, l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) riunisce 19 strutture fra osservatori astronomici e istituti in tutta Italia. Fa capo all’INAF anche il centro che si trova nelle alle Isole Canarie e che opera il Telescopio Nazionale Galileo.
Complessivamente l’INAF conta su 1.400 persone fra ricercatori, (inclusi borsisti, assegnisti, contrattisti), tecnici e personale amministrativo e su un Fondo di Funzionamento Ordinario di 91 milioni di euro.
La produzione scientifica
Sono 200 gli istituti di ricerca internazionali o esteri che collaborano con l’INAF e sono comprese fra 3.000 e 4.000 (tra 8 e 11 al giorno), le pubblicazioni scientifiche (articoli, poster, scritti divulgativi) firmati da ricercatori INAF ogni anno. Sono 13 gli scienziati e associati INAF presenti nella lista degli scienziati italiani “Highly Cited” per tutte le discipline (tra questi il Presidente e tre membri del Consiglio Scientifico).
I dati digitali distribuiti dall’INAF equivalgono a 10 terabyte, pari a 2.000 dvd, con la produzione di un archivio cresce al ritmo di 55 gigabyte (come 12 dvd) al giorno.
Complessivamente i radiotelescopi dell’INAF occupano una superficie complessiva di 34.000 mq: tanto quanto piazza San Giovanni in Laterano a Roma, capace di ospitare un milione di persone. Ogni parabola è in grado di captare il segnale radio di un cellulare sulla Luna, distante 400.000 chilometri.
Lo strumento più lontano dell’INAF si trova a 1.3 miliardi di chilometri dalla Terra ed è il VIMS, lo spettrometro a bordo della sonda Cassini in orbita intorno a Saturno.
L’oggetto più lontano osservato da un ricercatore INAF si trova a 13 miliardi di anni luce: un record mondiale. È un lampo di raggi gamma prodotto nell’esplosione di una stella, quando l'Universo aveva solo il 5% della sua età attuale.
Le infrastrutture
L’INAF è impegnato nella realizzazione di grandi infrastrutture di ricerca quali il
radiotelescopio SRT in Sardegna (con ASI) e il Large Binocular Telescope in Arizona (con
americani e tedeschi). Mantiene, e mette a disposizione di tutta la comunità, il
Telescopio Nazionale Galileo alle Canarie; sta completando la costruzione del VST che
verrà operato da ESO nelle Ande cilene e contribuisce all’aggiornamento scientifico
della strumentazione del Very Large Telescope.
INAF partecipa inoltre alla Cosmic Vision dell’ESA con la partecipazione a tutti i progetti attualmente selezionati. INAF è inoltre impegnato nei programmi che definiranno il futuro dell’Astronomia e Astrofisica: E-ELT, un gigantesco telescopio di 42 metri di diametro, SKA (Square Kilometers Array) un sistema di oltre 1500 radiotelescopi che insieme possono formare la più grande antenna radio mai realizzata e per il quale il Governo ha candidato Roma come sede del quartier generale del progetto.
Le ricadute tecnologiche
Nonostante sia stato istituito nel 1999, dispone già di 30 brevetti e può vantare
ricadute industriali settori molto diversi, dalla medicina all’arte allo sport, dalla sicurezza all’ambiente. Con un rapporto tra investimento e ricaduta economica che arriva in alcuni casi anche ad un fattore 100. Nell’ultimo EXPO di Shangai, tra le PMI selezionate dal governo italiano a rappresentare l’eccellenza del nostro Paese, c’era la Novaetech di Napoli, che grazie ad uno spin off INAF ha sviluppato una bilancia di tale sensibilità da poter “pesare” le polveri sottili che minacciano l’ambiente delle nostre città.
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