BRUXELLES - Il gruppo dei Socialisti lancia l'allarme e punta il dito contro i Popolari che ieri, nel corso della Conferenza dei presidenti dei gruppi, hanno più volte fatto asse con i Conservatori e i Patrioti nella formazione dell'agenda della Plenaria della prossima settimana. "Invitiamo il Ppe a respingere questa tentazione, a mantenere una visione lontana da chi vuole la destabilizzazione dell'Ue e della Commissione e a tornare a un accordo con le forze centriste e europeiste", ha sottolineato in un incontro con alcuni media Nacho Sanchez Amor, coordinatore di S&D in commissione Affari Esteri.
Il j'accuse dei Socialisti arriva dopo una conferenza dei capigruppo che, ieri pomeriggio, si è rivelata piuttosto accesa. I Popolari, hanno spiegato dal gruppo S&D, ha ottenuto le modifiche richieste all'agenda della Plenaria e anche nella struttura delle audizioni con il sostegno di Ecr e dei gruppi di estrema destra, rompendo così il cosiddetto cordone sanitario. "Il Ppe non si attiene abbastanza al cordone sanitario quando si tratta dell'ordine del giorno. In diverse occasioni ha votato con Patrioti e sovranisti per avere la maggioranza e cambiare un certo numero di punti all'ordine del giorno", ha aggiunto Alex Agius Saliba, vice presidente del gruppo con delega alla comunicazione, ricordando come, ad esempio, nel titolo del dibattito sulla crisi in Medio Oriente manchi qualsiasi riferimento a Gaza. Non solo. I Socialisti puntano il dito anche sull'inserimento, voluto dal Ppe con la sponda dei sovranisti, di un dibattito sulla "tutela delle risorse Ue al fine di evitare che vadano nelle mani di gruppi terroristici". Un dibattito che, è l'allarme di S&D, rischia di mettere sul banco degli imputati ancora una volta l'Unrwa.
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