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Un viaggio in 109 ristoranti oltre le barriere
Quando si decide di mangiare in una delle tante location della penisola come queste, ci si predispone anche ad ascoltare una storia, a vivere una emozione, a comprendere meglio un progetto fatto di storie, di donne e di uomini, giovani e adulti, di piatti, agricoltura sostenibile, inclusione sociale, luoghi e tradizioni: tutti consapevoli che il reinserimento lavorativo genera speranza
Dare voce a un modo diverso di fare ristorazione, dove il fine non è solo economico ma anche sociale, offrendo nuove speranze a persone e territori dimenticati. È questo il focus della guida 'Il Gusto della Cooperazione" (edizioni Pecora nera 240 pp 14,90 euro) con Confcooperative Fondo Sviluppo: molto più di un semplice viaggio culinario attraverso l’Italia ma un’esplorazione delle realtà cooperative che, partendo dalla ristorazione, uniscono il piacere del cibo all’impegno sociale e alla valorizzazione dei territori.
In questo Magazine abbiamo scelto quattro location rappresentative del paese, dal Nord al Centro a Sud, per entrare nel vivo del racconto. Nella guida, ognuno dei 109 ristoranti presenti è descritto con dettagli sulle sue peculiarità, storia, offerta gastronomica e informazioni utili per dare al lettore stimoli e immaginare un'esperienza, un viaggio, che va oltre il cibo, legati al territorio, alle comunità locali e ai progetti di inserimento lavorativo e di emancipazione sociale. "Mangiare in un ristorante cooperativo - spiegano gli autori - significa ascoltare una storia, vivere un'emozione e comprendere un progetto di vita, valorizzando persone, luoghi, prodotti e ricette. I ristoranti cooperativi rappresentano storie di persone e comunità che contribuiscono a uno sviluppo sostenibile e accessibile a tutti".
(Foto di copertina di Chiara Porta per gentile concessione di Confcooperative)
Censiti in questa guida ci sono dei ristoranti di alta qualità, con ingredienti generalmente di produzioni italiane e cucine che valorizzano i prodotti del territorio, ma soprattutto le persone. Sono 109 storie, da leggere come un romanzo, di cooperative agricole che decidono di valorizzare i prodotti dei loro soci ad esempio del settore della pesca. Dando così l'opportunità ai pescatori di integrare il reddito da lavoro della pesca con il reddito della ristorazione che valorizza il pesce e anche i trasformati del pescato. Sono in gran parte cooperative sociali che nascono per fare un altro tipo di servizio di assistenza alle persone, di cura nei confronti delle persone e danno un'opportunità di lavoro a tutti, disabili compresi.
"Una guida per raccontare 109 ristoranti cooperativi, storie di piatti e di cucina, di persone e di luoghi, di tradizioni e di comunità, ma anche di reinserimento lavorativo, di riscatto che diventa speranza, lavoro che diventa sviluppo personale ed economico". Fabiola Di Loreto, direttore generale di Confcooperative, raccconta così “Il Gusto della Cooperazione” la prima guida ai ristoranti gestiti da cooperative promossa da Confcooperative FondoSviluppo e realizzata dall’editore Pecora Nera. Uno slogan potrebbe essere "Dimmi dove mangi e ti dirò chi sei". Del resto, la scelta di dove consumare i pasti è intrisa di un senso che va ben oltre il richiamo della gola: i 109 ristoranti cooperativi della guida custodiscono valori, persone, luoghi, tradizioni, comunità, esperienze di vita che permettono "di generare quel cambiamento necessario verso uno sviluppo sostenibile e accessibile a tutti".
La guida è organizzata per regioni, ognuna delle quali è rappresentata almeno da un ristorante cooperativo, raccontato in schede in cui emergono le peculiarità, la storia che c’è dietro, l’offerta gastronomica, oltre a tutte le informazioni utili al lettore. Un viaggio lungo la Penisola che possa dare sostegno a questi imprenditori eroici. "Quando si decide di mangiare in uno dei tanti ristoranti gestiti da una cooperativa - dice Di Loreto - ci si predispone anche ad ascoltare una storia, a vivere una emozione, a comprendere meglio un progetto di vita".
"La scoperta di questi ristoranti- sottolinea Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative - restituisce la dimensione di quanto cooperare possa generare valore e creare opportunità di crescita e sviluppo. Al viaggiatore che vorrà seguire questa guida, a coloro che vorranno andare a scoprire i ristoranti della guida, a chi avrà la curiosità di sperimentare e conoscere, consigliamo di immergersi totalmente nella dimensione di valore del progetto e di assaporare con tutti i sensi per cogliere ogni sapore, esaltando il senso del gusto e del bello che ogni singola storia ci offre".
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L'Eco-Ostello Locride è stato ricavato da un bene confiscato alla 'ndrangheta e ristrutturato dal Comune di Locri. Nonostante i danni iniziali all'impianto idrico, la cooperativa Goel, il comune e le istituzioni hanno perseverato, inaugurando la struttura con una festa di consegna delle chiavi. L'ostello dispone di quindici camere triple con bagno, condizionatori e balconcini, ed è utilizzato come esempio di legalità per le scuole superiori del centro-nord. Nel luglio 2020, l'ostello è stato inserito nel progetto Legalitour, promosso dal Miure dalla Commissione parlamentare antimafia. A settembre 2021, l'ostello è stato presentato come ecoresidenza, grazie a un progetto finanziato da Fondazione Con il Sud e Fondazione Peppino Vismara, con una cucina che utilizza ingredienti biologici provenienti dalle cooperative del circuito di Goel.
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La Locanda degli Adorno è una trattoria sociale tipica situata nel cuore del Ghetto di Genova, un quartiere centrale e affascinante con una storia travagliata. La cooperativa Proges ha iniziato a gestire la locanda nel 2013 come parte di un progetto di riqualificazione della zona e per promuovere l'inserimento lavorativo. La locanda è apprezzata per la cucina e l'accoglienza informale e calorosa, offrendo piatti del giorno e una selezione di pietanze tipiche liguri. L'attività della locanda promuove valori etici come il rispetto, la solidarietà e la cooperazione, utilizzando la ristorazione come strumento per la promozione della cultura del lavoro. I piatti offerti sono preparati con cura nella selezione delle materie prime e nella presentazione, mantenendo un buon rapporto qualità/prezzo.
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La Locanda di Valcasana è un centro multiservizi situato nel borgo medievale di Scheggino, nel cuore della Valnerina, in Umbria. Offre una cucina tipica locale valorizzando ingredienti come tartufo, trote, gamberi, salumi artigianali e carni di allevatori di zona. La struttura è completamente accessibile a clienti con disabilità. Dispone di un ampio salone per banchetti e cerimonie, e durante l'estate è possibile pranzare e cenare all'aperto vicino al laghetto. Offre alloggi in suggestivi chalet in legno con aria condizionata, riscaldamento autonomo, tv satellitare e lettini opzionali, situati a ridosso della piscina semi olimpionica.
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La Cooperativa Agricoltura Capodarco è attiva da oltre quarant'anni a Grottaferrata, vicino all'Abbazia di San Nilo e alla Valle Marciana. La cooperativa produce e vende prodotti bio a km zero come vino, olio Evo, miele, uova, farina, pasta e ortaggi. La struttura include una fattoria didattica accessibile a tutti, anche a persone con disabilità, e un ristorante che utilizza materie prime autoprodotte. La cooperativa ha una capacità ricettiva di oltre 200 posti e organizza eventi grazie agli ampi spazi esterni con vista panoramica su Roma e il litorale romano. Il ristorante offre piatti della tradizione romana, variando il menù in base alla stagionalità dei prodotti, e include una pizzeria con forno a legna che utilizza ingredienti locali.
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