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(ANSA) - ROMA, 29 MAG - Ancora una volta gli italiani
dimostrano di preferire l'Italia come destinazione della propria
vacanza: a mettersi in viaggio in occasione del ponte del 2
giugno saranno in oltre 15 milioni, e la località preferita
resterà il proprio Paese nel 94% dei casi. Le località marine
saranno prese d'assalto. Il 41,8% sceglierà il mare, il 26,2%
preferirà le città d'arte, il 12,7% andrà in località di
montagna. Emerge dall'indagine di Federalberghi che calcola un
giro d'affari turistico di circa 6,88 miliardi di euro.
L'alloggio vedrà un'affermazione della casa di parenti o
amici con il 28% della domanda. Seguono la struttura alberghiera
con il 23,9%, i bed & breakfast (22,2%), la casa di proprietà
(12,4%) e il residence (3,9%). La spesa media pro-capite si
attesterà sui 454 euro di cui 425 per chi rimarrà in Italia e
917 per chi andrà oltre confine. La permanenza media si
attesterà sulle 3,1 notti per un giro d'affari di circa 6,88
miliardi.
Questo risultato - secondo Federalberghi - sarebbe potuto
essere ancora maggiore se non fosse stato per l'aumento dei
prezzi che sta caratterizzando questo periodo. Quasi la metà dei
vacanzieri (46,3%) ha deciso di ridurre la spesa per questa
vacanza proprio a causa dell'inflazione. La vacanza è stata
prenotata con grande anticipo: il 68,2% lo ha fatto fino ad un
mese prima.
La motivazione principale per la vacanza saranno il riposo e
il relax (66%), poi divertimento (35%). Il 22,8% approfitterà di
questa occasione per raggiungere la famiglia. Altri motivi che
orientano la scelta della vacanza sono l'abitudine (14,2%) e la
visita a mostre, musei e fiere (9,3%). Tre vacanzieri su 4
useranno la propria macchina; il 10,4% viaggerà in aereo e il
6,1% in treno. La comodità ha prevalso nella scelta del mezzo
(76,7%), soprattutto tra chi ha scelto la macchina (84,3%) e il
treno (71,4%). Chi viaggia in aereo, invece, lo fa
prevalentemente (53,5%) per ottimizzare i tempi. Tra coloro che
non andranno in vacanza, il 45,3% ha rivelato di non partire per
motivi economici; il 18,4% per motivi familiari e un altro 10,6%
per motivi di salute. (ANSA).
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