In merito alla classifica Censis
delle università italiane 2024/2025 pubblicata sul sito
dell'istituto di ricerca e ripresa dagli organi di stampa, nella
quale l'Università dell'Aquila risulta molto in basso nella
graduatoria dei medi atenei statali con il punteggio di 81,8, il
rettore Edoardo Alesse precisa quanto segue. "Partendo
dall'osservazione che, nella classifica Censis, la valutazione
inerente l'Università dell'Aquila si discosta sensibilmente da
quella ottenuta in altri report, come quello di AlmaLaurea, che
in altri ranking, anche internazionali, a cui il nostro ateneo
partecipa ed i cui risultati sono visibili sul sito ufficiale,
come Times Higher Education e Green Metric, è evidente che
qualcosa non
funziona in questo modo di giudicare gli atenei e spero che
questa mia posizione sia condivisa anche dagli altri rettori
delle università abruzzesi".
"Il ranking Censis, infatti - dichiara Alesse in una nota -
è solo in parte una valutazione della qualità scientifica e
didattica, ossia istituzionale, degli atenei. Se si vanno a
esaminare analiticamente e nel dettaglio gli indicatori usati
dall'istituto, si può notare come le voci in cui UnivAQ ottiene
un basso punteggio siano le borse di studio, i servizi e le
strutture, tutte materie la cui competenza pertiene ad altri
enti. Su questi parametri,
com'è noto, le università hanno, solo marginalmente, capacità di
incidere con proprie risorse".
"A tal proposito voglio solo ricordare la situazione
drammatica che ha afflitto, negli ultimi anni,l'Adsu L'Aquila,
l'Azienda per il diritto allo studio che eroga le borse e
gestisce servizi essenziali come mense e residenzialità
studentesca; situazione che speriamo venga superata dopo la
recente
nomina, da parte della Regione, del commissario Paolo Costanzi.
Per quanto riguarda le strutture, siamo fortemente penalizzati
dal fatto che, da più di quindici anni, ormai, decine di
migliaia di metri quadri di aule, laboratori e biblioteche sono
indisponibili perché ancora inagibili. Basti pensare a Palazzo
Carli, all'edificio di via Assergi, all'ex ospedale San
Salvatore e al blocco storico di Roio. Per tutte queste sedi, i
lavori non sono ancora partiti e non certo per responsabilità
dell'ateneo, che non è la stazione appaltante per gli interventi
di recupero e ristrutturazione, pur avendo profuso, in questi
anni, un impegno enorme affinché le opere necessarie potessero
essere avviate".
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