La qualità dell'aria è migliore se le
donne comandano le istituzioni. Lo rivela uno studio
dell'Università di Pisa, e pubblicato sull'European Journal of
Political Economy, che ha analizzato 230 regioni di 27 Paesi
dell'Ue. "I risultati - afferma Lisa Gianmoena, una delle
autrici e ricercatrice del dipartimento di economia e management
dell'Ateneo pisano - evidenziano una relazione positiva tra
l'empowerment politico delle donne e la qualità dell'aria,
perché le donne adottano politiche ambientali più rigide e
orientate alla sostenibilità rispetto agli uomini perché hanno
maggiore sensibilità e un maggiore impegno sociale".
In particolare, così la ricerca, "questa correlazione
positiva risulta evidente in numerose regioni del Nord Europa,
tra cui Finlandia, Irlanda, Estonia, Svezia e Danimarca, mentre
la maglia nera va a Polonia, Ungheria e Romania: in Italia, la
Valle d'Aosta si distingue per la qualità dell'aria migliore,
mentre la Lombardia registra i livelli peggiori". Per realizzare
lo studio, spiega l'Ateneo, "i ricercatori hanno lavorato alla
costruzione di un dataset a livello regionale che integrasse
empowerment politico femminile e dati ambientali: questa
impostazione è stata fondamentale anche perché nel contesto
europeo le condizioni ambientali e sociali possono variare
notevolmente tra le diverse zone e sono poi le autorità
sub-nazionali a essere maggiormente responsabili
dell'applicazione di direttive e standard ambientali nazionali e
sovranazionali". "Per assicurarci che il rapporto tra
empowerment politico femminile e qualità aria non fosse una
'correlazione spuria', cioè puramente casuale - conclude
Gianmoena - abbiamo testato altre variabili economiche e non
economiche come lo sviluppo economico, il livello di istruzione,
le innovazioni in tecnologie verdi, l'ideologia politica e la
densità di popolazione. Tuttavia la relazione positiva tra
empowerment politico femminile e qualità dell'aria è rimasta
significativa, confermando la robustezza del risultato".
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