Il settore della chimica, dopo due
anni consecutivi di contrazione (-4,1% nel 2022 e -6,7% nel
2023), vede per il 2024 una sostanziale stabilizzazione della
produzione in Italia (+0,5%). Le possibilità di una timida
ripresa sono rinviate al 2025 (+1,2%) e subordinate al contesto,
che rimane denso di "incognite e di intense pressioni
competitive". E' quanto emerge dall'analisi di Federchimica resa
nota nel corso dell'assemblea dell'associazione a Milano.
Nel 2023 l'industria chimica, attiva in Italia con oltre
2.800 imprese e 112 mila addetti altamente qualificati, ha
realizzato un valore della produzione di 67 miliardi di euro e
quasi 40 miliardi di export. La chimica non solo è la quinta
industria del Paese, ma rappresenta un fornitore strategico per
tutte le filiere economiche: i prodotti chimici sono componenti
essenziali del 95% dei manufatti, siano essi di uso quotidiano o
impiegati in applicazioni centrali per la transizione ecologica
quali batterie, pale eoliche o pannelli solari. A sua volta, la
chimica è una filiera fortemente integrata a livello
continentale e l'Italia rappresenta il terzo produttore europeo
dopo Germania e Francia.
Nel corso del 2024, si e arrestata la caduta della produzione
chimica in Italia (+0,9% nel periodo gennaio-agosto 2024
rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente) anche grazie
a una fase di normalizzazione delle scorte da parte della
clientela dopo il marcato decumulo nell'anno precedente. La
chimica di base, pur mostrando alcuni spunti al rialzo rimane su
livelli di attività ben al di sotto del 2021 (-15%) mentre
all'estremo opposto - la cosmetica si conferma in espansione
(+9% rispetto allo stesso anno).
"Senza chimica non c'è Industria: i prodotti chimici sono
componenti essenziali del 95% dei manufatti di uso quotidiano o
i applicazioni strategiche anche per la transizione, quali le
batterie o i pannelli solari", afferma Francesco Buzzella,
presidente di Federchimica. "La transizione ecologica - prosegue
- richiederà non meno, ma più Chimica".
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