La procedura avviata, tra luglio e
agosto, dal Comune di Orbetello per la trasformazione
dell'approdo di Talamone in porto turistico viola le norme
nazionali e dell'Unione europea, "calpestando i principi -
relativi alle procedure pubbliche - di informazione,
partecipazione, contraddittorio, imparzialità,
trasparenza, non discriminazione, concorrenza, par condicio e
pubblicità".
È la motivazione del ricorso al Tribunale amministrativo
regionale della Toscana con cui il Consorzio il Molo di Talamone
contesta il procedimento, avviato dal Comune di Orbetello nel
corso del mese di agosto, volto al rifacimento dell'approdo di
Talamone in porto turistico. Obiettivo dell'iniziativa legale,
deliberata a settembre dall'assemblea del Consorzio, è ottenere
dal Tar l'annullamento dell'iter del procedimento
dell'amministrazione comunale, eventualmente attraverso una
sospensione cautelare con una
decisione immediata. Il Consorzio, i cui soci sono l'80% degli
attuali titolari delle concessioni del porto, ha affidato
l'incarico a uno studio legale di Grosseto. Il ricorso - si
legge in un nota del Consorzio - "non solo punta a tutelare
l'interesse dei ricorrenti, ma ha come finalità generale la
tutela collettiva dell'intera comunità talamonese e di tutto il
gioiello del Parco della Maremma". "Il Comune di Orbetello
avrebbe dovuto seguire una procedura di gara pubblica, conforme
ai principi di trasparenza, parità di trattamento e concorrenza
stabiliti dalle leggi italiane e dalle disposizioni europee. La
strada percorsa dall'amministrazione comunale, invece, ha creato
una sostanziale corsia preferenziale per la Società Porto
Turistico di Talamone, citata nel ricorso, a cui aderisce solo
il 20% degli operatori locali".
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