L'Italia è un Paese "forestale",
ricoperto per il 36,7% da aree forestali (11.054.458 ettari) e
registra una crescita annuale media di 52.856 ettari all'anno
(circa 64.067 campi da calcio). Ma è anche il Paese che utilizza
appena il 20% del legno proveniente dal prelievo nazionale e
importa dall'estero l'80% del fabbisogno nazionale di materie
prime di origine legnosa, a scapito della esaltazione della
filiera made in Italy, della lotta alla deforestazione globale e
al traffico illegale del legno. Lo rivela Legambiente nel suo
rapporto Foreste 2024, in occasione del 7/o Forum nazionale "La
Bioeconomia delle Foreste" a Roma.
Ad oggi appena il 18% delle foreste ha un piano di gestione
forestale vigente (che assicura il rispetto di stringenti
requisiti ambientali, sociali ed economici) e solo il 10% di
queste è certificata.
"Il Governo italiano - scrive Legambiente - continua ad
andare in una direzione sbagliata, come dimostra con la mancata
attuazione e il rinvio del Regolamento UE volto a frenare
l'importazione di prodotti legati alla deforestazione. Strumento
invece nevralgico per l'Italia, come impegno contro la
deforestazione globale e per frenare il degrado della
biodiversità forestale entro il 2030, ma anche per salvaguardare
la reputazione del settore manifatturiero della filiera del
legno arredo Made in Italy e arrestare il prelievo
indiscriminato e illegale di alberi dal legno pregiato che,
secondo l'Interpol, rappresenta la seconda fonte di reddito per
la criminalità organizzata mondiale dopo il traffico di
stupefacenti".
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