Nel riciclo di carta e cartone gli
italiani sono sempre più consapevoli della loro missione. Il
dato medio nazionale di resa pro-capite nel 2023 sfiora infatti
i 64 chili per abitante, mentre al Sud siamo a 50 chili. Un dato
rilevantissimo, quello sul Mezzogiorno, se si pensa che solo
cinque anni fa eravamo ampiamente sotto i 40, e che questa
crescita è avvenuta in un contesto di particolare complessità.
E' quanto emerge dall'ultimo Rapporto Comieco secondo il quale
nel 2023 la raccolta differenziata comunale di carta e cartone
supera i 3,7 milioni di tonnellate, con un incremento di circa
107 mila tonnellate (+2,9% su 2022) pari alla raccolta
complessiva di Valle d'Aosta, Umbria e Basilicata messe insieme.
Il Comieco sottolinea che ci sono ancora 700mila tonnellate da
recuperare nell'indifferenziata ma anche i grandi progressi che
ci tengono sopra gli obiettivo 2030 Tra le diverse regioni
nelriciclo di carta e cartone c'è chi scatta in avanti ma anche
chi rallenta o segna il passo. Volendo assegnare maglia rosa e
maglia nera per incrementi e cali più consistenti, la prima
andrebbe a pari merito alla Sicilia e al Veneto (+9,9%) e la
seconda, invece, alle Marche (-2,2%). In termini di volumi, è al
Nord che si registra l'aumento più consistente, con oltre 51
mila tonnellate in più rispetto al 2022 (+2,8%). Più della metà
di questi volumi arrivano da Veneto, Emilia-Romagna e Liguria.
Positive o stabili le restanti regioni, ad eccezione di Valle
d'Aosta e Trentino-Alto Adige che si presentano con un segno
negativo davanti, la cui entità effettiva è irrisoria e pesa per
poco più di 200 tonnellate. Si tratta di numeri che, pur
mostrando un quadro nel complesso positivo, vanno valutati anche
alla luce della nuova e più ampia definizione di rifiuto urbano,
che include nel calcolo delle raccolte differenziate anche una
quota crescente di imballaggi post consumo provenienti dal
circuito commerciale e gestiti dai produttori al di fuori del
servizio pubblico. Volumi la cui effettiva consistenza quindi va
attentamente calibrata. Nel complesso è sempre al Sud che si
apprezza l'incremento medio annuo più alto tra le tre macroaree
(+4,5%). Unica regione in flessione rispetto al 2022 è
l'Abruzzo, mentre tutte le altre hanno migliorato le proprie
performance.
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