L'Italia continua ad essere tagliata
in due per quanto riguarda l'acqua, con il Centrosud in secca e
il Nord che trabocca. E' il quadro che traccia l'Anbi,
l'associazione dei consorzi di bacino, nel suo bollettino
settimanale sulle risorse idriche in Italia.
In Sicilia si cercano affannosamente nuove fonti di
approvvigionamento idrico, e nei prossimi giorni scatterà nei
prossimi giorni un piano di razionamento dell'acqua a Palermo.
Gli invasi, in soli 24 giorni e nonostante restrizioni all'uso
per centinaia di migliaia di abitanti, sono calati di ben 21
milioni di metri cubi d'acqua. Sei bacini su 29 sono a secco.
In Puglia, nella sola Capitanata, restano meno di 111 milioni
di metri cubi di acqua, mentre lo scorso anno ve ne erano quasi
280 milioni. Negli invasi della Basilicata lo scorso anno c'era
l'83% di acqua in più. In Calabria la diga del Menta trattiene
meno del 47% dell'acqua invasabile; nel Crotonese, le sorgenti
hanno avuto un calo del 46%. In Abruzzo si è esaurita la
disponibilità idrica dal bacino di Penne: fiumi e invasi sono al
minimo, con pesanti riprecussioni per l'agricoltura.
In Sardegna, i serbatoi dell'Alto Cixerri sono al 13,59% dei
volumi invasabili, mentre la quasi totalità degli altri bacini
artificiali è ad un livello di allerta. In Campania, le dighe
cilentane trattengono circa il 50% in meno di acqua invasata
rispetto a luglio 2023, i fiumi registrano riduzioni di portata.
Preoccupa la condizione di molti laghi dell'Italia centrale.
Nel Lazio il lago di Bracciano si è abbassato di 21 centimetri
in un anno. A Roma, il fiume Tevere ha una portata quasi
dimezzata rispetto al consueto. In Umbria si riduce
ulteriormente l'altezza del lago Trasimeno. Le Marche possono
contare ancora su abbondanti riserve idriche, stoccate nei
bacini artificiali, nonostante i livelli idrometrici dei fiumi
marchigiani siano bassi.
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