"Le parole pronunciate dal ministro
Musumeci ieri al Tg1 hanno dello stupefacente. Per il ministro
della Protezione Civile e le Politiche del Mare l'inazione
rispetto alle opere di adattamento al cambiamento climatico
sarebbe responsabilità dell'integralismo di alcuni ambientalisti
e addirittura dell'Ispra, rea di essere troppo rigida nel
difendere i vincoli di alcune aree". Lo scrive il Wwf Italia in
una nota.
"Il Wwf ritiene prezioso il lavoro svolto da tutti gli
organismi tecnico-scientifici, tra cui Ispra - prosgue la ong -,
e ricorda quanto inerte sia rimasta la politica - di cui il
ministro Musumeci è rappresentante dalla metà degli Anni '70 del
secolo scorso - rispetto alla piaga italiana del consumo di
suolo che da anni Ispra documenta. Ogni secondo trasformiamo,
modifichiamo, cementiamo 2 metri quadri di territorio".
"La legge sul consumo del suolo prende polvere da più di un
lustro nei cassetti del Parlamento - scrive ancora il Wwf - e il
Governo, a differenza di altri temi, si guarda bene da prendere
l'iniziativa, e il fatto che il piano di adattamento sia
bloccato da mesi al Ministero dell'Ambiente la dice lunga. Il
governo Meloni, di cui Musumeci fa parte, ha cercato di bloccare
il Regolamento europeo sul ripristino della natura, elemento
insostituibile e quindi indispensabile per la sicurezza del
territorio".
Il Wwf parla di "politica che strizza l'occhio ai condoni,
che non esita a sperperare più di 14 miliardi sul Ponte sullo
Stretto, invece di investire in difesa del territorio, che pensa
che la tutela sia un eccesso e non una garanzia. Insomma, quella
politica per cui il problema è chi chiede da decenni di dare
spazio e rinaturalizzare i fiumi, di liberarli dal cemento, di
garantire ampie fasce di esondazione programmabile, di
rispettare rigidamente le fasce di protezione, di ridurre le
emissioni climalteranti".
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