Nel 2023 il 90,3% delle acque
balneabili in Italia, tra quelle interne e quelle costiere, era
di qualità 'eccellente': più della media Ue (85,4%) e di paesi
come Spagna (87,6%) e Francia (74,9%) ma meno di Austria
(96,9%), Cipro (97,6%), Croazia (96,7%) e Grecia (95,8%). E'
quanto emerge dall'Indice di qualità delle acque di balneazione
2023, pubblicato dall'Agenzia europea per l'ambiente in
collaborazione con la Commissione europea, sulla base del
monitoraggio di oltre 22mila siti di balneazione in Europa nei
Stati membri Ue, Albania e Svizzera.
Nel complesso, buona parte (85,4%) dei siti di balneazione in
Europa rispetta i più alti standard di qualità "eccellente",
mentre il 96% delle acque soddisfaceva gli standard minimi di
qualità richiesti dalla direttiva Ue sulle acque di balneazione.
Il rapporto osserva ancora che l'1,5% delle acque di balneazione
dell'Ue sono di scarsa qualità, il che indica "che le misure di
gestione non sono sempre adeguate o in atto".
Guardando ai 5.533 siti balneabili monitorati in Italia lo
scorso anno, 4.996 (90,3%) erano di qualità eccellente, 318
(5,7%) di "buona qualità", 105 (1,9%) di qualità "sufficiente" e
72 (1,3%) di "scarsa" qualità. Stando alla direttiva Ue, le
acque di balneazione classificate come "scarse" per cinque anni
consecutivi devono introdurre un divieto di balneazione
permanente o un avviso permanente contro la balneazione: nel
2020 le acque italiane di scarsa qualità erano 93, aumentate a
102 nel 2021 e poi diventate 82 nel 2022.
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