Nonostante gli sforzi compiuti
nell'ambito dell'economia circolare, oltre l'87% del consumo di
risorse nell'Unione europea dipende ancora da materie prime
vergini. E' il dato emerso dal Forum sulla Responsabilità Estesa
del Produttore organizzato a Firenze dalla società
multiconsortile Erion di Milano. A fronte di un consumo medio
pro capite globale di risorse di circa 12,5 tonnellate all'anno,
le attuali politiche potranno non essere sufficienti a ridurre
l'uso di materie prime, la cui domanda crescerà, rispetto al
2000, di 2,5 volte entro il 2050.
"Di fronte a questo scenario - afferma Erion -, per
raggiungere l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050
sarà necessario, in primo luogo, promuovere un mercato unico per
il recupero delle materie prime critiche (palladio, neodimio,
cobalto, litio, tantalio) e garantire efficienza del riciclo su
scala europea, assicurando l'approvvigionamento ai principali
siti di produzione".
Nel settore clean-tech la domanda di litio, rispetto alla
domanda globale è passata dal 30% del 2017 al 56% del 2022 e
quella di cobalto dal 17% al 40%. Le dimensioni del mercato di
questi materiali, necessari per la transizione energetica, ha
raggiunto i 320 miliardi di dollari nel 2022. Si stima infatti
che entro il 2030 la domanda globale di materie prime critiche
crescerà di 3,5 volte superando i 30 milioni di tonnellate.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA