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'Foresta blu', per far crescere Posidonia arrivano le bio-stuoie

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'Foresta blu', per far crescere Posidonia arrivano le bio-stuoie

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In collaborazione con ANCC COOP

Acunto, 'le aiutiamo a mettere nuove radici'

GENOVA, 31 maggio 2024, 17:08

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'Foresta blu ', per far crescere Posidonia arrivano le bio-stuoie - RIPRODUZIONE RISERVATA

'Foresta blu ', per far crescere Posidonia arrivano le bio-stuoie - RIPRODUZIONE RISERVATA
'Foresta blu ', per far crescere Posidonia arrivano le bio-stuoie - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con ANCC COOP

Duecento metri quadrati di prateria di Posidonia oceanica sono stati reimpiantati nell'area marina protetta di Bergeggi grazie alla campagna di Coop "Foresta Blu".
Per ricreare le foreste dell'importantissima pianta, sentinella della qualità del mare, sono state utilizzate bio-stuoie: sistemi di ancoraggio per le talee di posidonia realizzate in fibra di cocco e rete metallica. A spiegare la tecnica è Stefano Acunto, direttore dell'International School for Scientific Diving (Issd), ovvero colui che ha messo in pratica il progetto "Foresta Blu".
"Si tratta di stuoie di dieci metri quadrati ciascuna, in cui posizioniamo circa venti talee, precedentemente eradicate a causa di forti mareggiate o per l'azione dell'uomo, come per esempio con l'ancoraggio di imbarcazioni al largo", ha detto il biologo. L'attività di riforestazione della posidonia non è affatto semplice, ha sottolineato sempre Acunto, e a occuparsene, anche in virtù del fatto che si tratta di una specie protetta, devono essere solamente persone altamente specializzate.
In primis bisogna individuare le aree in cui è possibile riforestare. Come a Bergeggi, appunto, dove l'istituzione dell'area marina ha bloccato le cause della diminuzione delle dimensioni delle praterie. Ma in circa cinquant'anni, fino al 2007, quando l'area marina è diventata protetta, si è perso circa il 30 percento di prateria. "Siccome la pianta ha una crescita molto lenta e ci vorrebbero decenni prima che possa recuperare il terreno perduto - ha spiegato Acunto - Noi andiamo ad aiutarla con questo sistema. Recuperiamo le talee, le selezioniamo, visivamente, cercando di capire se sono ancora vitali. Poi le prepariamo, potandole con le forbici esattamente come si fa con le piante terrestri. Quando sono pronte le riportiamo in acqua, ma essendo naturalmente fluttuanti, hanno bisogno di una struttura di ancoraggio che le trattenga sul fondo affinché abbiano il tempo di produrre nuove radici e siano in grado di stabilizzarsi". Per farlo, le piante necessitano di un periodo di tempo che va tra i sei e i dodici mesi. E qui entra in gioco la bio-stuoia, che aiuta le piante nella delicata fase della ricrescita. L'operazione viene eseguita manualmente a circa 15 metri di profondità.

ANSAcom - In collaborazione con ANCC COOP

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