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ANSAcom - In collaborazione con SEARCH ON MEDIA GROUP
L'intelligenza artificiale rappresenta un'opportunità senza precedenti per lo sviluppo delle imprese, specialmente quelle di piccole e medie dimensioni, ma navigare tra le complessità normative resta una sfida. È il tema al centro della seconda giornata dell'AI Festival, evento internazionale sull'intelligenza artificiale organizzato da WMF - We Make Future e Search On Media Group.
L'uso dell'Ia per le imprese "è fondamentale, perché può essere uno strumento che aumenta la produttività", spiega Federico Menna, ceo di Eit Digital citando uno studio secondo cui il Pil dell'Italia "potrebbe aumentare del 18% se ci fosse un utilizzo massiccio dell'intelligenza artificiale generativa in Italia, questo vuol dire principalmente pmi: vorrebbe dire aggiungere 'una Lombardia' all'Italia, in termini economici. Il potenziale è enorme". Nonostante l'alto potenziale, "esiste una complessità di tipo regolatorio, e per le pmi il problema principale è riuscire a orientarsi in questo contesto", conclude l'esperto.
Sul rapporto tra diffusione di strumenti di intelligenza artificiale tra le imprese e difficoltà di comprensione della normativa interviene anche Andrea Appella, associate general counsel Emea di OpenAI. Per Appella la tecnologia "si sta evolvendo alla velocità della luce ed è quindi molto importante che la regolamentazione resti al passo dello sviluppo e soprattutto che non ne impedisca l'innovazione". Quando è arrivata l'intelligenza artificiale "si è verificata un'accelerazione in ambito legislativo, guidata molto dalla paura dell'ignoto. I regolatori hanno mostrato un atteggiamento volto a cercare di responsabilizzare gli operatori e capire come intervenire per regolamentare questo tipo di tecnologia", ricorda Appella.
Da Bruxelles arriva però un monito a garantire il rispetto dei diritti fondamentali, come la privacy, nell'uso dell'Ia. "La partita è ancora molto lunga, ma siamo impegnati per fare in modo che l'Ia corra su dei binari che possano permetterle di progredire tecnologicamente senza dimenticare i valori che più ci rappresentano", afferma Diletta De Cicco, Legal Officer, Litigation and International Affairs dell'European Data Protection Board (Edpb). Secondo De Cicco "le Autorità per la protezione dei dati personali stanno svolgendo un ruolo chiave nel rapporto che esiste tra privacy e innovazione" e in generale "è importante non frenare l'innovazione, ma anche non lasciare da parte i valori fondanti dell'Unione europea, così come i suoi diritti fondanti, tra cui ovviamente la privacy".
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