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ANSAcom - In collaborazione con Fondazione Rui
'Serve un "approccio globale" per cambiare rotta rispetto al tema del calo demografico in Italia e in termini di riforme "dobbiamo pensare a scuola, giovani, immigrazione e integrazione", anche se "è un errore pensare che tutto spetti alla politica, perché anche le imprese e le associazioni di imprese devono fare qualcosa": lo ha detto il magnifico rettore dell'Università Bocconi, Francesco Billari, parlando davanti a una platea di studenti e docenti nel corso dell'incontro "Cambiare rotta si può - le scelte di oggi per costruire il futuro", organizzato da Fondazione Rui in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico del Progetto Jump, il percorso interdisciplinare triennale realizzato in tutte le 12 residenze gestite dalla stessa Fondazione.
Dialogando con due dei 62 studenti che hanno concluso il loro percorso all'interno del progetto - Giuseppe Spina e Lucia Dal Piaz, entrambi studenti della Bocconi -, Billari ha sottolineato che spesso in Italia "ciò che è di impatto nel lungo periodo viene lasciato da parte", anche perché "la politica tende ad essere perennemente in emergenza". "Abbiamo però bisogno di uno spirito costituzionale - ha detto - di finire di guardare solo al breve. Serve metterci insieme in modo bypartisan per cambiare la rotta". In particolare, tra le varie cose, "in Italia c'è una combinazione tra bassa natalità, che poi diventa poco numero, e poco investimento in giovani". Invece "c'è bisogno di una combinazione tra un Paese istruito e minoranze creative".
Parlando poi di immigrazione e citando l'esempio positivo della Germania, Billari ha ricordato che in Italia sul tema è stato proclamato o prorogato lo stato di emergenza "otto volte", ma "essere ossessionati dall'emergenza ci fa perdere di vista la nave". "Venti anni fa - ha sottolineato - il numero di nascite e decessi era uguale, oggi la differenza è di circa 300mila decessi in più delle nascite e stiamo andando in questa direzione, la natalità non copre la mortalità. La differenza rimarrà negativa per decenni, non abbiamo abbastanza genitori, a meno che non arrivino da altre parti. Le migrazioni potrebbero coprire, anche se non sono negli ultimi anni sufficienti".
Occorre comunque "pensare a questo tema", ha concluso, perché "lo abbiamo regolato con leggi di un mondo che non c'è più, come la scuola".
ANSAcom - In collaborazione con Fondazione Rui
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