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ANSAcom - In collaborazione con Omoda
Il Gruppo Chery, colosso cinese da 1,8 milioni di auto l'anno e al vertice nell'export, compie in questi giorni 27 anni e delinea la propria strategia per l'estero.
Con il nuovo brand Omoda Jaecoo, nato appositamente per le vendite oltre confine, è già una realtà la sua presenza europea e in Spagna aprirà uno stabilimento. Soltanto il primo passo per il consolidamento nel Vecchio Continente.
La gamma attuale per l'Italia è composta da Omoda 5 e Jaecoo 7, nei prossimi mesi si amplierà con Jaecoo 5 - presentata in antepima mondiale proprio a Wuhu - e Omoda 7. Probabilmente, ha raccontato alla stampa italiana Shawn Xu, ceo di Omoda e Jaecoo International, in gamma arriverà anche Omoda 3, un B-suv sotto i 4.30 metri. E che l'Italia sia un interlocutore per l'allargamento dell'azienda in Europa è confermato anche dalla volontà - e probabilmente qualcosa di più - di puntare sul nostro Paese per aprire dal 2025 un centro design in collaborazione con una delle grandi 'firme' del settore. Dove? Probabilmente a Nord, nel Torinese.
E poi, successivamente, è allo studio anche uno stabilimento di test e sviluppo, per rendere più europee le vetture in arrivo.
Un no comment tutto da interpretare, invece, sull'interessamento di Chery all'acquisizione di Maserati: 'Ho sentito qualcosa - sorride Xu - ma non posso commentare, sono solo rumors'.
In Spagna, intanto, Chery potrebbe ampliare la propria presenza con uno stabilimento per le batterie, oltre alla fabbrica già ufficializzata. Fra l'altro dal 2026, è stato annunciato dal Ceo del gruppo Chery Yin Tongyue, faranno la loro comparsa sulle auto del Gruppo le batterie allo stato solido, più leggere e performanti. 'L'ampliamento europeo - spiega Xu - è necessario per evitare i dazi imposti dall'Ue sulle vetture elettriche costruite fuori dai confini dell'Unione'. Previsto già per il 2024 un volume di cinquemila auto (un migliaio in Italia), che diventeranno tremila al mese nel 2025 con aperture anche in Grecia e in altri Paesi. La nuova Jaecoo 5 - lanciata in versione termica, ma che arriverà anche in versione full hybrid ed elettrica - e Jaecoo 7 plug-in, suv medio da oltre 1.100 km con un pieno, sono le vetture su cui a Wuhu contano di più per l'assalto al mercato.
Un rotta già delineata, dunque, che Chery può mantenere grazie all'ampia gamma di cui dispone: considerando tutti i marchi, sono circa 30 i modelli attualmente in produzione. Un numero enorme, ma solo se non si tiene in considerazione che Chery ha 12 stabilimenti nel mondo, 7 solo in Cina, tre dei quali 'super factory'. Abbiamo visitato la più grande delle fabbriche, il fiore all'occhiello per modernità, investimenti, volumi. Localizzato alle porte di Wuhu, lo stabilimento è in grado di costruire un'auto intera in un minuto. Un minuto. Per farlo, Chery si affida alla tecnologia di ultima generazione, 370 robot a elevato tasso di automazione, che diventa pressoché totale nel reparto di siderurgia dove vengono assemblate scocche e pianali. Sono i robot a fare tutto, i pochi operai presenti svolgono una funzione di supervisione. Nell'aria danzano enormi bracci che in maniera sincronizzata affiancano i lembi di metallo, li saldano, li uniscono, fino a formare l'intera vettura che poi viene portata in un secondo padiglione dedicato all'assemblaggio. Qui, oltre che nell'area test, l'intervento dell'uomo è più significativo pur con l'ausilio di carrelli-robot che saettano su corridoi dedicati da una linea all'altra carichi di materiale.
Chery, con Omoda Jaecoo, punta dunque dritta al redditizio mercato d'occidente con una proposta variegata - disponibili motori termici, ibridi ed elettrici di ultima generazione - e la consapevolezza di aver ormai non solo colmato il gap esistente con l'industria europea ed americana, ma di averla in alcuni settori superata, e con un proprio modello da proporre, all'avanguardia rispetto a tutti gli altri.
ANSAcom - In collaborazione con Omoda
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