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ANSAcom - In collaborazione con Fondazione FAIR
Dai rischi per le democrazie al
collasso dei contenuti internet: sono solo due dei tanti
possibili pericoli concreti, ma ancora sottovalutati, che
potrebbero materializzarsi dalla co-evoluzione tra uomo e
Intelligenza Artificiale. E' uno dei temi emersi durante la
prima Conferenza generale di Fair - Future AI Research in
svolgimento a Napoli.
"Ci stiamo abituando all'idea che le IA ci consiglino e ci
coccolino, ci affidiamo a loro per scegliere che strada fare o
che film vedere ma dobbiamo prendere atto che stiamo
co-evolvendo, ossia ci influenziamo a vicenda e possono esserci
impatti negativi e imprevedibili", ha detto all'ANSA Dino
Pedreschi, esperto di Computer Science all'Università di Pisa.
Tendiamo a considerare le IA, da Alexa e ChatGpt a Google Map
dei semplici strumenti da usare ma le scelte che noi facciamo,
basandoci sulle informazioni che riceviamo, producono nuovi dati
che a loro volta influenzano le IA e via di seguito. Un vortice
di dati che può prendere, dopo tanti cicli ripetuti, deviazioni
inattese. Una di queste la si vede già nei navigatori auto: ci
consigliano la strada più rapida ma se tutti la facciamo poi va
a crearsi un ingorgo senza precedenti. A rischio ora c'è anche
il web che si sta popolando di testi prodotti dalle IA che a
loro volta vengono usati per alimentare nuovi modelli. Un
meccanismo che rende i dati sempre meno diversificati portando
dopo vari cicli ad avere online solo 'spazzatura'. "Dobbiamo
preoccuparci di questi fenomeni e governarli sin da adesso", ha
aggiunto Pedreschi. "Andranno fatte importanti scelte politiche,
sviluppando ad esempio dei modelli che siano 'pubblici' per
poter governare questa coevoluzione ed evitare discriminazioni o
effetti distruttivi che, come dimostra sempre più chiaramente il
problema delle fake news e della polarizzazione online, possono
anche mettere a repentaglio la tenuta democratica degli stati".
"Sono problemi - ha aggiunto Valentina Pansanella,
dell'Istituto di Scienza e Tecnologie dell'Informazione del
Consiglio Nazionale delle Ricerche - che stanno emergendo anche
in piattaforme digitali apparentemente scevre da queste
dinamiche, ad esempio quelle per gli acquisti online in cui si
rischia di consigliare sempre gli stessi prodotti". Come in un
ecosistema biologico, anche nel mondo digitale la diversità è
una risorsa fondamentale. "Come in medicina abbiamo istituito
rigorosi trial clinici prima di arrivare a una
commercializzazione del farmaco, forse potremmo fare qualcosa di
analogo con le IA. Dobbiamo iniziare a pensare la necessità di
fare scelte importanti come una redistribuzione dei modelli IA
oggi in mano a pochissime aziende", ha concluso Pansanella.
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