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ANSAcom - In collaborazione con Fondazione Tech Care
“L'uso improprio delle tecnologie di robotica e di Ia create per fare danno alle persone non è l’obiettivo della comunità della robotica”. Parola di Oussama Khatib, docente della Stanford university dove dirige il Robotics Lab e 'padre' di OceanOne che cambierà l'esplorazione degli abissi marini, ospite del Festival della Robotica di Pisa. “Le persone - aggiunge - pensano che la robotica sostituirà l’essere umano, ma è una fake news. Oggi la rivoluzione robotica è diversa, è connessa all’uomo ed è presente nella quotidianità della nostra vita”. Secondo Khatib, origini siriane e passaporto statunitense, dobbiamo però “stare attenti all’uso che viene fatto dell’Intelligenza artificiale e della tecnologia in generale e assicurarci che abbiano un impatto positivo sulla società”. La scienza in questo campo, osserva poi Khatib, deve “permettere la connessione tra uomo e macchina: penso alle piccole cliniche in paesi poveri, con terre e città mal connesse agli ospedali, visto che la robotica consente di fare esami rapidi utilizzando i controlli remoti”. Riguardo al suo robot per esplorare gli abissi dell’oceano spiega: “E’ dotato di vere e proprie mani robotiche che permettono di fare quello che prima era solo impensabile. Gli archeologi possono raccogliere reliquie in fondo al mare, come le lampade a olio romane di duemila anni fa che abbiamo recuperato sulle coste della Corsica. Ma anche di raccogliere dati per gli scienziati su salinità, tossicità e temperatura per capire lo stato di salute dei nostri mari e quindi della Terra e come intervenire per salvarla”.
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