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Il libro di Pietrarsa, officina dei treni sul Vesuvio oggi museo

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Il libro di Pietrarsa, officina dei treni sul Vesuvio oggi museo

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In collaborazione con Ferrovie dello Stato Italiane

Cantamessa (Fondazione Fs), 'nel futuro anche un albergo'

ROMA, 25 ottobre 2024, 15:35

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Il museo ferroviario di Pietrarsa - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il museo ferroviario di Pietrarsa - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il museo ferroviario di Pietrarsa - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con Ferrovie dello Stato Italiane

Ogni locomotiva a vapore, diesel o elettrica, e ogni littorina presente al Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa racconta lo sviluppo delle ferrovie italiane. E ora un libro racconta i 135 anni di storia, dal 1840 al 1975, di questo luogo simbolo, che fu il primo opificio e l'officina riparazioni sulla prima tratta ferroviaria nazionale, e la sua seconda vita, iniziata 35 anni fa, come centro museale.
    "Pietr'Arsa da officina a museo ferroviario" è la prima pubblicazione della Fondazione FS Italiane che raccoglie e organizza la documentazione, le foto e le testimonianze sul museo, rilanciato negli ultimi anni dalla Fondazione FS Italiane dopo il restauro completo dei padiglioni.
    "Questo libro condensa tutta la storia di questo luogo unico, sorto sulla lava del Vesuvio e oggi centro culturale di riferimento per tutta Italia e direi anche per l'Europa", ha detto alla presentazione del volume il direttore generale della Fondazione Fs, Luigi Cantamessa. Cantamessa ha rivelato di avere "enormi ambizioni" per il futuro del museo e che il restauro "non si arresta". Tra i progetti in divenire ci sarà pontile, un porto per poter attaccare dalle isole del Golfo, un sottopasso per bypassare la ferrovia Napoli Portici, una nuova hall con una libreria e "soprattutto, la prospettiva di acquisire immobili intorno per poter creare un centro di formazione e un albergo ferroviario", ha anticipato il direttore.
    Continua così una storia che cominciò con la fondazione dal re Ferdinando II di Borbone del Reale opificio meccanico e pirotecnico di Pietrarsa. Questo divenne la più grande industria del Regno delle Due Sicilie e una delle più importanti d'Italia dopo l'unificazione. Nel 1839, proprio in quest'area era già stata inaugurata la prima ferrovia della penisola, che collegava Napoli a Granatello di Portici. La fama di questo luogo era tale da essere visitato da personaggi come lo zar di Russia Nicola I o papa Pio IX. Il libro intende realizzare, con un'ampia bibliografia, una precisa ricostruzione non soltanto delle vicende, ma anche del contesto in cui esse si svilupparono. È una storia della produzione che si intreccia, per esempio, con il dibattito fra liberisti e protezionisti, nel primo decennio del nuovo regno unitario, quando l'adozione delle basse tariffe doganali del Regno di Sardegna mise in crisi molte fabbriche degli altri Stati preunitari. Tanti i temi affrontati, dalle politiche industriali all'organizzazione scientifica del lavoro taylorista, dalle vicende sindacali e del welfare aziendale, con il Dopolavoro ferroviario, alla storia tecnica delle locomotive.
    Per arrivare fino alla museologia e all'archeologia industriale Il volume, a cura di Stefano Maggi e con una prefazione di Paolo Rumiz, è articolato in tre sezioni: Pietrarsa com'era, Pietrarsa diventa museo FS, Pietrarsa rinasce. È disponibile in diverse edizioni, realizzate da Duegi Editrice e Rubbettino, e come audiolibro.

 

ANSAcom - In collaborazione con Ferrovie dello Stato Italiane

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